11 novembre 1979
Berlinguer risponde ad Amendola
«Amendola — ha detto — rivolge una serie di critiche, alcune giuste, altre sbagliate, al movimento sindacale e allo stesso partito. Non starò in questa sede a considerare, una per una, queste critiche. Rilevo però (e concordo in questo con l’articolo del compagno Lama) che Amendola sembra trascurare l’esistenza dell’azione degli avversari del movimento operaio e del movimento sindacale». Poi, con il tono di chi ricorda cose ovvie, che un comunista dovrebbe sapere: «Fa parte dell’ABC del marxismo ricercare l’origine di fenomeni degenerativi, di questo e di altro tipo, nelle strutture materiali della società, che è oggi la società capitalistica, giunta a un determinato stadio del suo sviluppo e del suo decadimento». Berlinguer ha rammentato che compito del partito comunista è «trasformare e rinnovare in ogni campo» per far nascere «una nuova società» dal grembo di quella vecchia. Quindi ha dato atto ad Amendola di sostenere una tesi giusta, quando afferma che oggi compito primario deve essere la lotta al terrorismo. Da tre anni, unico fra i partiti comunisti dei paesi capitalistici, il Pci ha proposto l’austerità, incontrando resistenze durissime «nel più diversi settori del mondo politico, economico e sindacale». E ha proseguito: «L’obiezione di fondo che si deve fare ad Amendola è che nell’appello accorato che egli rivolge ai lavoratori e ai giovani, richiamandoli al senso del dovere, al lavoro, è assente lo scopo, sono assenti le finalità per cui si possono chiedere e ottenere sforzi, restrizioni e anche sacrifici». Queste finalità, secondo Berlinguer, si riassumono nell’azione per trasformare la società e avviare «il superamento del capitalismo. Il nodo è qui, ha sostenuto in sostanza Berlinguer, «altrimenti ogni appello, anche il più nobile e accorato, cadrà nel vuoto».