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 1979  giugno 10 Domenica calendario

Papa Wojtyla conclude il suo viaggio di sette giorni in Polonia

Si conclude il viaggio in Polonia di papa Giovanni Paolo II. il Papa, in questo viaggio, «non si precluse nessuno strumento nel suo impegno per la liberazione dei popoli dell’est Europa: la via diplomatica e i risultati che ne potevano venire, e lo scontro suo personale con l’ideologia comunista spostato dal campo della politica a quello della coscienza e della cultura. Fu questo il leitmotiv dei nove giorni del giugno 1979 in Polonia, durante i quali, nonostante la gigantesca operazione di boicottaggio messa in piedi dai servizi (480 agenti mobilitati solo a Cracovia), lui “si mosse come se il regime della Repubblica popolare polacca semplicemente non contasse (…) accendendo la scintilla di una rivoluzione morale, Giovanni Paolo II diede alla sua gente la chiave per la liberazione: la chiave di coscienze riaccese”. Parlava a folle oceaniche rivolgendosi personalmente a ciascun presente: a Jasna Gora durante la sua omelia un minatore provò a dire qualcosa al suo vicino, che lo gelò: “Non chiacchierare quando il Papa sta parlando con me!”.  Poi iniziò a definirsi non solo un Papa polacco ma un “Papa slavo” e il Politburo del Pcus ne dedusse che la chiesa aveva dato inizio a “una guerra ideologica contro i paesi socialisti”. (Ubaldo Casotto) • «...una manifestazione impressionante di rifiuto dell’ideologia di Stato, di distacco irrimediabile tra governati e governanti, insomma di rottura politica. Milioni di polacchi cadevano in ginocchio alla vista del corteo papale, gridando in coro ”Viva il papa” oppure ”Resta con noi, resta con noi”. E già al secondo giorno, superata ogni paura, i polacchi presero a scandire insieme ai ”Viva il papa”, ”Demo-kra-cja, de-mo-kra-cja”» (Sandro Viola).