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 2017  marzo 24 Venerdì calendario

Il killer di Londra è un inglese di 52 anni

Secondo la polizia l’uomo di Westminster, cioè l’uomo che mercoledì ha ucciso tre persone sul ponte di Westminster prima di farsi abbattere dai colpi di pistola di un agente di scorta, si chiamava Khalid Masood, aveva 52 anni, era nato il giorno di Natale del 1964. Non è un arabo, ma un inglese nato nel Kent e abitante adesso a Birmingham, se significano qualcosa le perquisizioni di ieri. La polizia e i servizi segreti MI5 lo conoscevano, ma non per questioni legate all’estremismo islamico. Fa sapere Scotland Yard: «Non era sotto indagine e non c’erano informazioni di intelligence riguardo a sue intenzioni di lanciare un attacco terroristico. Aveva una serie di condanne per aggressione, lesioni, possesso di armi e reati contro l’ordine pubblico. La sua prima condanna risale al novembre 1983 (danni), l’ultima al dicembre 2003 (possesso di un coltello).  

Rivendicazioni?
L’agenzia di stampa Amaq, vicina all’Isis, rivendica con queste parole. «L’assalitore di ieri al parlamento britannico di Londra era un soldato dello Stato Islamico che ha agito in risposta agli appelli a colpire i cittadini delle nazioni che fanno parte della Coalizione». È tutto da capire, come sempre, se quelli di Al Baghdadi mettano il cappello su qualcosa a cui non avevano pensato, o se ci sia una qualche direzione strategica.  

La polizia che dice?
La polizia ha effettuato sei perquisizioni a Birmingham e arrestato otto persone, a Birmingham e a Londra. Significa che Khalid era solo sul ponte (forse), ma aveva (probabilmente) un minimo di organizzazione alle spalle. Dave Thompson, capo della polizia territoriale delle West Midlands, ha detto che l’area di Birmingham è seconda solo a quella di Londra per il numero di collegamenti legati agli attentati non riusciti. Secondo alcuni media britannici la casa perquisita in un’anonima via del quartiere multietnico di Birmingham potrebbe essere quella del terrorista. Tre inquilini dell’abitazione sono stati portati via dagli agenti e vengono interrogati mentre scriviamo. Anche la traccia della macchina usata per la mattanza, la Hyundai Tucson, pare portare nelle West Midlands: sarebbe stata affittata da un noleggiatore locale. Per tutta la mattinata i poliziotti non hanno voluto comunicare il nome dell’attentatore. Anche Theresa May, parlando alla Camera dei Comuni, ha evitato di pronunciarlo. Dev’essere l’influenza dei tedeschi, che non raccontano mai niente.  

Che cosa ha detto la May?
Belle parole, pronunciate con voce quieta. «Ieri un attentato terroristico ha tentato di mettere a tacere la nostra democrazia. A questo atto noi rispondiamo con gesti normali, come hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto e come faranno quelle che verranno. Con lo scopo di lanciare questo semplice messaggio: “Non abbiamo paura e non vacilleremo di fronte al terrorismo”». Infatti, poco dopo (non erano passate neanche ventiquattr’ore dall’attacco) il ponte di Westminster è stato riaperto. La May ha anche detto che «dal giugno 2013 le forze di sicurezza britanniche hanno sventato 13 attentati. Da allora abbiamo rivisto e rafforzato tutte le strategie di protezione».  

Come stanno le due italiane ferite?
Sono una ragazza di Bologna, curata e subito dimessa, e una signora di Roma in vacanza a Londra, che s’è rotta una caviglia quando l’auto è salita sul marciapiede. I feriti sono in tutto 40, e tra questi sette sono in condizioni critiche. Stanno bene i tre liceali francesi ricoverati e visitati ieri dal ministro degli Esteri transalpino Jean-Marc Ayrault, i quattro studenti della Edghe Hill University del Lancashire, i cinque turisti sudcoreani, la donna tedesca residente in Australia.  

E le vittime?
S’è saputo qualcosa anche delle tre vittime. L’uomo ucciso sul ponte era un americano di nome Kurt Cochran, 55 anni, in vacanza con la moglie Melissa, ricoverata per le fratture alla testa. La donna uccisa sul ponte era un’insegnante spagnola, Aysha Frade, di 42 anni, madre di due figlie di otto e undici anni, ne stava andando a prendere una all’uscita da scuola. Il poliziotto si chiamava Keith Palmer, 48 anni, sposato e padre di famiglia. A colpire l’attentatore è stata una delle guardie del corpo del ministro della Difesa britannico Michael Fallon e non un agente di stanza al Parlamento britannico.