ItaliaOggi, 17 marzo 2017
Diritto & Rovescio
Il ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli (quella, per intenderci, che ha fatto finta di essere laureata è poi non lo è; anzi, approfondendo un po’ il tema, si è scoperto che non ha nemmeno un diploma), non ha esitato un attimo a aderire all’invito che le avevano fatto quei fricchettoni (intelligenti, però) della trasmissione radiofonica dal titolo, che rende l’dea, di Un giorno da pecora, Radio Rai1. Le hanno chiesto di cantare Bandiera rossa. E lei, memore di quando adorava Giuseppino Stalin e metteva nella nicchia quel buon uomo (ma assassino) di Mao Tse Tung, si è prestata a squarciagola. La Fedeli è il risultato dalla «svolta a sinistra» di Renzi. Che non solo, con lei, si rimangia le sue modernizzazioni, ma ha scelto come ministro una sindacalista per ribadire che la sua scuola è al servizio degli insegnanti. Chi, meglio della Fedeli, può interpretare il nuovo corso? Nel quale si sentirebbe male persino Bersani che magari sogna ancora Bandiera rossa ma, nel 2017, non la canterebbe mai in pubblico.