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 2017  marzo 16 Giovedì calendario

Testimone nelle notti del sesso estremo

Le fotografie di Tomaso Clavarino raccontano scambi di coppia, sesso estremo e incontri segreti. Sono immagini in bianco e nero, singole o articolate in coppie, tutte digitali, ma un po’ sporche, con sgranature che le rendono molto vicine all’analogico. La personale si intitola A Humble Bow, e dopo il debutto torinese ora è a Roma, presso WSP photography.
Clavarino è fotografo ma prima di tutto giornalista: collabora tra l’altro con Vice, Newsweek, Washington Post, Der Spiegel, Al Jazeera, The Guardian, e anche La Stampa. Stavolta non è andato in zone di guerra, ma è rimasto in Italia, per due anni si è immerso nei gruppi Facebook e nelle nebbie della provincia, tra messaggi, accordi, notti passate a scattare foto. Così A Humble Bow è insieme reportage e arte. C’è più Anton Corbijn che Robert Mapplethorpe, c’è il rimando a un immaginario forse musicale, e questo è il lato artistico del lavoro.
Le foto esposte sono una ventina, quelle del libro (edito da The Unknown Books) poche di più. «Anche col digitale mi comporto come se lavorassi con la pellicola, che richiede preparazione e cura», spiega il giovane fotografo. «Ma mi ha aiutato la velocità della fotocamera: dovevo essere discreto, non potevo calcolare la luce o chiedere di ripetere una posa, ero solo un ospite».
Un ospite: non c’è un giudizio morale, in A Humble Bow, e questo è il suo lato giornalistico. Le immagini sono sfocate, i volti spesso fuori dall’inquadratura, e quello che è esposto non è nemmeno sesso, ma la multiforme rappresentazione di un rapporto di forza, che a volte capovolge le regole del quotidiano (la donna mistress) a volte le conferma (l’uomo master). Dominazione e sottomissione sono fisiche, ma soprattutto psicologiche, e fanno parte di un gioco molto serio dove le dinamiche interpersonali sono regolate da norme rigide. Gli scenari sono esclusivi, o di ordinaria banalità: ingressi di anonimi condomini, mansarde e cantine. Non c’è tutta questa trasgressione, nemmeno nella donna con strap-on e nell’uomo crocifisso. Nelle fotografie di Clavarino emerge semmai il rispetto verso chi sceglie di esprimere la propria personalità a ogni costo, di spostare il limite un po’ più in là e scoprire cosa c’è oltre.