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 2017  marzo 15 Mercoledì calendario

L’amaca di Michele Serra

Compiere un gesto nefasto, o un vero e proprio crimine, e vantarsene sui social. Sta diventando una tendenza diffusa, con grande vantaggio degli inquirenti e grande svantaggio per l’incauto cliccatore, che viene acciuffato grazie a prove fornite da lui stesso. Un cretino, si direbbe; non fosse che è un genere di cretineria massificata, una cretineria sociale che trascende decisamente il singolo episodio. Sovente sono ragazzi giovanissimi (ultimo caso a Vigevano, bullismo di gruppo; penultimo a Napoli, rapine nei negozi), ma anche adulti sporcaccioni passati dai giardinetti al web: l’esibizionismo nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Per non dire dei tanti che in ascensore dicono “buonasera” e in rete vomitano atrocità abominevoli, collezionando querele e ammonimenti della polizia postale.
Non si tratta di confessioni, ma di rivendicazioni. Non lo si fa per cercare comprensione per una propria mancanza, lo si fa per suscitare ammirazione, indifferenti alle conseguenze o più probabilmente incapaci di metterle a fuoco, perché la foga di apparire “speciali”, di farsi disperatamente notare, rende insignificante ogni altra unità di misura. Sola terapia possibile è l’aureo precetto espresso da Lucio Dalla: “L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”.