ItaliaOggi, 14 marzo 2017
Diritto & Rovescio
Inge Feltrinelli ha concesso ad Aldo Cazzullo del Corsera un’intervista frizzante, libera e spontanea. Dalla quale salta fuori che la classe dirigente di sinistra ha giocato entusiasticamente col fuoco delle dittature comuniste, a lungo da essa considerate salvifiche, contro ogni evidenza. Salvo poi far finta di niente. Inge era a casa di Hemingway quando Stalin morì. «Stalin is dead», le disse lo scrittore distrutto. «Ernst ne fu sconvolto». Della scomparsa del più grande assassino nella storia dell’uomo (a pari merito con Hitler)? E che dire di Simone di Beauvoir, la compagna di Sartre? «Per me era come la Madonna», ammette Inge, «aveva le unghie laccate di rosso, mi parlò con entusiasmo della Cina di Mao da cui era appena rientrata» e di cui, evidentemente, lei così intelligente, non aveva capito niente. Anche qui con milioni di morti e i campi di rieducazione forzata. E che dire di García Marquez? «Prima frequentava solo alberghetti di quarta categoria. Poi, dopo il successo, viveva a Cuba come un Tycoon hollywodiano, il trionfo del kitsch». Prosit.