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 2017  marzo 13 Lunedì calendario

«Quarto Grado», la cronaca nera diventa un reality tragico

O J: Made in America ha vinto poche settimane fa il premio Oscar per la categoria dei documentari: sono passati più di vent’anni da quando il processo al campione di football sospettato per l’omicidio della ex moglie e un suo amico ha cambiato per sempre la rappresentazione dei casi giudiziari in tv e al contempo ha mediatizzato indagini e processi reali. Da quel momento in poi, la spettacolarizzazione della cronaca nera, l’applicazione di regole narrative al racconto dei delitti e dei processi, la costruzione di «personaggi» intorno ai sospettati è diventata una regola.
Gli echi di quella trasformazione sono arrivati anche in Italia, applicati a casi di cronaca che hanno alimentato un’infinita serie di talk, fino a dar vita a un vero e proprio genere televisivo, spesso di grande successo popolare. Seguendo le puntate di «Quarto Grado» condotto da Gianluigi Nuzzi su Rete4, si è colta una nuova evoluzione nel genere (venerdì, 21.15; seconda finestra domenica, 20.30).
Le puntate presentano sempre più spesso materiali originali legati alle indagini: colloqui con i familiari videoregistrati nei parlatori, frammenti degli interrogatori ripresi dalla polizia, sopralluoghi sulle scene del crimine con difesa e accusa. Grazie a questi «inediti» (forniti dalle autorità?) prende forma una specie di reality tragico, in cui ci è permesso di frugare in momenti molto delicati e angoscianti. Qualche dubbio etico rimane.
La tv comunque si conferma come una grande platea per avvocati, parenti, a volte addirittura per persone coinvolte direttamente nei casi, che hanno capito la rilevanza dell’esposizione televisiva: la giuria da convincere è il pubblico che segue da casa e sui social, a cui è data sempre maggior rilevanza. Una nota positiva: anche grazie al piglio deciso e professionale di Nuzzi, è più limitato lo spazio lasciato a opinionisti improvvisati e professionisti certificati della chiacchiera nera come Alessandro Meluzzi.