Corriere della Sera, 11 marzo 2017
Immigrati e lavoro
Caro Cazzullo, ho letto con attenzione la sua risposta al signor Riccardo Alemanni di qualche giorno fa. Da tutti i dati resi pubblici in questi ultimi mesi da serissimi centri di ricerca, risulta che esistono due mercati del lavoro sostanzialmente distinti e che solo pochi italiani sono disponibili a svolgere lavori manuali e faticosi: se non ci fossero gli immigrati questi posti non sarebbero coperti e a risentirne pesantemente sarebbero l’economia italiana e le nostre famiglie. Per quanto riguarda la necessità di «un’immigrazione governata, con ingressi regolamentati in base alle esigenze del mercato del lavoro» non si può non sottolineare come oggi non vi sia uno straccio di normativa che consenta l’ingresso legale dei lavoratori stranieri. Nonostante ciò, il mercato italiano si è adeguato autonomamente al ciclo recessivo, con una flessione severa degli ingressi degli immigrati (da 515 mila del 2007 a 250 mila del 2015). Altra questione è il flusso delle persone che richiedono asilo, il cui arrivo non possiamo regolamentare perché in fuga dalle guerre e in parte dai mercanti della morte: potremmo almeno, in attesa di impossibili e irrealizzabili espulsioni o, peggio, dei respingimenti in mare che propone Salvini, integrarli in maniera diffusa sul territorio, coinvolgendo le comunità e le realtà produttive, e integrarli attraverso la formazione e il lavoro, come suggerisce una proposta di legge promossa da organizzazioni del sociale, da tanti sindaci italiani e da radicali italiani.
Emma Bonino
Cara Bonino, la ringrazio per le sue interessanti osservazioni. Mi limito a qualche breve nota. Credo che il mercato del lavoro sia uno solo; e l’arrivo incontrollato di immigrati disposti a lavorare molto in cambio di poco modifica oggettivamente le condizioni e i rapporti di forza, certo non in modo favorevole ai lavoratori. Non tutti i richiedenti asilo fuggono dalle guerre; e i mercanti di morte prosperano proprio grazie a un traffico di esseri umani che secondo me andrebbe fermato, ovviamente senza interrompere soccorsi che rappresentano un dovere giuridico e morale.
Aldo Cazzullo