ItaliaOggi, 11 marzo 2017
Diritto & Rovescio
Tommaso Nannicini, 43 anni, professore all’università Bocconi, è stato sottosegretario nel governo di Matteo Renzi con delega al coordinamento delle politiche economiche. È un giovane economista con i fiocchi. Tant’è che quando Renzi l’ha voluto nella sua équipe, quest’ultima ha cominciata a marciare in modo più efficace. Tuttavia, nello spiegare su la Stampa, il dibattito del Pd renziano al Lingotto, ha detto che «questo appuntamento sarà un momento di elaborazione collettiva. Ha presente Gramsci? Ecco, va fatta una battaglia per l’egemonia culturale». Il bello è che Nannicini, per motivi anagrafici, non può essere vittima di una stagione intossicata (anni 70) in cui si inneggiava a Gramsci senza averlo capito. L’egemonia culturale di Gramsci deriva dalla dittatura del proletariato di marxiana memoria. Significa spegnere il pluralismo. Occupare tutti i gangli del potere. Cancellare il dissenso. Cioè l’esatto opposto del renzismo e (quasi) l’opposto anche del bersanismo. È un salto all’indietro verso la dittatura. Chissà che cos’è venuto in mente a Nannicini.