ItaliaOggi, 4 marzo 2017
L’India cresce due volte più del resto del mondo
La crescita del prodotto interno lordo in India ha fatto registrare un più 7% nell’ultimo trimestre 2016 rispetto a un anno prima. In sostanza, due volte più della crescita mondiale, quattro volte più della media dei paesi dell’Ocse, secondo quanto ha riferito a Le Figaro, il segretario generale dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Angel Gurria.
Per il 2017, le previsioni di crescita dovrebbero essere intorno al 7,3% e del 7,7% per il 2018. Nello stesso tempo, ha proseguito Gurria, la politica monetaria è riuscita a ridurre l’inflazione. L’indice dei prezzi al dettaglio si è attestato al 5%, diminuito rispetto a tre anni fa quando aveva superato l’8%. Il risultato raggiunto, secondo Gurria, si deve alle riforme che l’India ha messo in atto. Tra le nazioni del G20 è quella che ne ha avviate di più dal 2014. È diventato più facile fare affari in India grazie alla semplificazione amministrativa attuata, e tutta la legislazione sui fallimenti è stata modernizzata. Gli investimenti esteri sono stati facilitati ed è stata introdotta l’Iva unica. Tuttavia, secondo il segretario generale dell’Ocse, l’India deve ancora andare avanti sul terreno delle riforme per diminuire la povertà. E per prima cosa deve riordinare tutta la fiscalità per mettere fine a un sistema grottesco. L’Ocse ha rilevato che soltanto 2.904 contribuenti hanno dichiarato più di 700 mila dollari (663 mila ) di reddito nel 2013. Ebbene, una ricerca del Credit Suisse aveva indicato che 13.200 cittadini indiani possedevano una fortuna superiore a 10 milioni di dollari (9,4 mln di ). Solo il 5,6% della popolazione paga l’imposta sui redditi, e quella sulle società è elevata, al 34,6%. Il regime fiscale delle imprese è poco chiaro e i controlli molto aggressivi secondo l’Ocse. Una bassa imposta sulle imprese incoraggerebbe gli investimenti esteri, che da quattro anni sono in caduta libera, passati dal 35 al 26% del pil.