Corriere della Sera, 4 marzo 2017
Il papà di Renzi: abusi del mio nome
ROMA Smontare le «inverosimiglianze» di Luigi Marroni, amministratore delegato della Consip e grande accusatore di Tiziano Renzi e del suo amico Carlo Russo. Poi, una volta smantellata la sua versione, decidere se denunciarlo per diffamazione.
È la strategia che il difensore di Tiziano Renzi, l’avvocato fiorentino Federico Bagattini, ha messo a punto per il suo cliente, nel giorno degli interrogatori paralleli. Da un lato, nella Capitale, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e la pm Celeste Carrano che ascoltano la versione di Renzi senior. Dall’altro, a Firenze, i pm Mario Palazzi e Henry John Woodcock che incontrano l’imprenditore farmaceutico Russo per sentire come e perché si sarebbe ritagliato il ruolo di «facilitatore» degli affari di Romeo in Consip. Russo però si avvale della facoltà di non rispondere, e i pm sentono altri testimoni. Quanti? «Non me lo ricordo più» scherza all’uscita Woodcock, assicurando piena sintonia con i pm di Roma.
Tutte le attese, però, sono per Renzi senior: «Abbiamo spiegato ai magistrati – dice il suo legale – che è il classico caso in cui si è abusato di un cognome». In sostanza, sostiene il padre dell’ex premier indagato per traffico illecito di influenze, non solo non c’è stata alcuna pressione indebita sull’amministratore delegato di Consip per favorire Romeo, ma l’intera costruzione dei fatti, così come è stata rappresentata dai suoi accusatori, sarebbe falsa. Se Russo ha parlato di lui con i vertici Consip per favorire le società di Romeo, ha millantato.
Renzi ammette invece l’incontro con Luigi Marroni, in piazza Santo Spirito, lo scorso anno. Ma ne dà tutt’altra spiegazione: «Si parlò di dove installare una statua della Madonna di Medjugorie che apparteneva a un ospedale». E tutte le dichiarazioni di Marroni? «Sono piene di inverosimiglianze» dice il legale di Renzi. «Nessun rapporto con Romeo» spiega. Tiziano Renzi «non è mai stato in Consip, non è mai andato in “bettole” e non ha mai preso soldi». Tantomeno i 30 mila del famoso pizzino. E Denis Verdini, l’avversario di Romeo che avrebbe sponsorizzato Cofely in Consip? «Se n’è parlato, ma Tiziano Renzi ha detto di non conoscerlo».
Infine, sulla fuga di notizie che ha generato un filone d’inchiesta separato: «Non ne sappiamo nulla» spiega Bagattini.