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 2017  febbraio 28 Martedì calendario

Salari triplicati negli ultimi 10 anni. Un operaio in Cina viene pagato (quasi) come in Portogallo

PECHINO Era la Fabbrica del mondo a basso costo, grazie alle paghe da pura sopravvivenza. Ora invece gli operai cinesi della manifattura guadagnano più dei compagni lavoratori di Brasile, Messico, Argentina, Colombia. Sono a un passo dal raggiungere i salari di greci e portoghesi, che si riducono. Non lo dice il Partito comunista di Pechino per galvanizzare le masse operaie, ma Euromonitor International, società londinese specializzata in analisi strategiche del mercato globalizzato, in uno studio ripreso dal Financial Times.
I numeri: tra 2005 e 2016 i salari per i lavoratori della manifattura cinese si sono triplicati arrivando da 1 dollaro e 20 centesimi a 3,60 dollari all’ora in media. Negli stessi dieci anni la paga oraria dei brasiliani è scesa da 2,90 dollari a 2,70; in Messico da 2,20 a 2,10 (ecco perché le case automobilistiche vanno a Sud del Rio Grande facendo infuriare Donald Trump); l’Argentina è salita da 2,1 a 2,5, ma nel 2005 era quasi il doppio di quella cinese. La paga oraria media nelle catene di montaggio in Cina equivale ormai al 70% di quella in Grecia e Portogallo: i portoghesi sono scesi da 6,30 dollari nel 2005 a 4,50 nel 2016.
L’aumento del costo del lavoro nella manifattura cinese è legato alla produttività migliorata in modo impressionante, al punto da renderla ormai quasi equivalente a quella occidentale. Le tute blu guadagnano più dei lavoratori di altri settori produttivi in Cina: infatti il salario medio generale, considerando per esempio anche l’agricoltura e l’edilizia, è arrivato a 3,30 dollari l’ora.
Questa storia di successo delle paghe nell’industria manifatturiera cinese però presenta anche un rischio: il costo del lavoro industriale in Cina supera di molto ormai quello di altri rivali nel Sud-Est asiatico, dalla Thailandia al Vietnam all’Indonesia e il pendolo della delocalizzazione è destinato a spostarsi verso queste nuove frontiere del basso costo. In India il costo del lavoro in fabbrica è incollato a 70 centesimi di dollaro all’ora dal 2007. Anche per questo la Cina è impegnata in un enorme sforzo di riforma e riequilibrio dell’economia, da Fabbrica del Mondo sostenuta dalle esportazioni di prodotti a società matura di consumi interni degli stessi prodotti. E guadagnando di più anche gli operai cinesi diventeranno consumatori di beni non da pura sopravvivenza, sostenendo così il mercato interno e rendendo ancora profittevole per le industrie restare in Cina.