Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  febbraio 25 Sabato calendario

Diritto & Rovescio

Su un manifesto della Lega Nord, di protesta politica (e quindi legittima, anche se discutibile; ci mancherebbe) contro gli immigrati, c’era scritto: «Saronno non vuole clandestini». Per questo, il Tribunale di Milano ha condannato la Lega Nord a risarcire con 5 mila euro varie associazioni. Infatti gli immigrati non sono, a rigore di termini, dei «clandestini» ma degli «stranieri che chiedono asilo» perché «hanno chiesto allo Stato di riconoscere la protezione internazionale dal rischio di persecuzioni nel loro paese di origine». A parte il fatto che a quasi la metà di costoro non viene riconosciuta l’esistenza della persecuzione (e quindi, a quel punto, sono dei veri e propri clandestini) resta il fatto che uno slogan è necessariamente semplificato altrimenti sarebbe la Gazzetta Ufficiale che non si presenta mai sotto forma di manifesto. Questo episodio è però inquietante perché dimostra che la polizia della parola sta imponendosi come prevedeva Orwell in 1984. Non solo, usando certe parole non si è politically correct (come è stato sinora) ma adesso si è anche delinquenti. Sarà una sentenza motivata ma è anche molto pericolosa.