ItaliaOggi, 25 febbraio 2017
Diritto & Rovescio
Su un manifesto della Lega Nord, di protesta politica (e quindi legittima, anche se discutibile; ci mancherebbe) contro gli immigrati, c’era scritto: «Saronno non vuole clandestini». Per questo, il Tribunale di Milano ha condannato la Lega Nord a risarcire con 5 mila euro varie associazioni. Infatti gli immigrati non sono, a rigore di termini, dei «clandestini» ma degli «stranieri che chiedono asilo» perché «hanno chiesto allo Stato di riconoscere la protezione internazionale dal rischio di persecuzioni nel loro paese di origine». A parte il fatto che a quasi la metà di costoro non viene riconosciuta l’esistenza della persecuzione (e quindi, a quel punto, sono dei veri e propri clandestini) resta il fatto che uno slogan è necessariamente semplificato altrimenti sarebbe la Gazzetta Ufficiale che non si presenta mai sotto forma di manifesto. Questo episodio è però inquietante perché dimostra che la polizia della parola sta imponendosi come prevedeva Orwell in 1984. Non solo, usando certe parole non si è politically correct (come è stato sinora) ma adesso si è anche delinquenti. Sarà una sentenza motivata ma è anche molto pericolosa.