La Stampa, 24 febbraio 2017
Véstiti (di carta da pacchi), usciamo
Persino un rotolo di carta igienica può diventare una borsetta, sulla passerella di Moschino. Secondo il bizzarro direttore artistico del brand, Jeremy Scott, la cliente a cui si rivolge ama talmente la moda da trasformare qualsiasi cosa che la circondi, anche la più improbabile, in un elemento glamour del guardaroba. Sicché, la carta da pacco (con tanto di timbri per la spedizione) e le onduline delle scatole da imballaggio, diventano materiali di una nuova «cardboard couture». Già perché i materiali della collezione apparentemente poveri e di riciclo, sono fibre sperimentali di ricerca come il panno stagnolato. Per non parlare delle rifiniture apparentemente di nastri adesivi che al tatto si rivelano termo nastrature sperimentali. Mentre, per gli accessori da sera, ci sono tracolle di «pluriball» il cui effetto è però ottenuto con applicazioni di perline in plexiglass. La creatività della maison è ai picchi massimi (vedi il tubino coperto di orologi da polso), e certo supporterà l’immagine dei prodotti di più largo consumo come la t shirt di Speedy Gonzales, con la scritta «rat à porter». Tuttavia di questi tempi certe trovate possono anche urtare alcune sensibilità: con l’ondulina esiste già chi si ripara dal freddo la notte, quando si corica nelle strade.