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 2017  febbraio 23 Giovedì calendario

Quelli che guardano e non giocano mai

C’è chi è stato pagato fior di milioni. Chi era l’acquisto più brillante della sessione estiva di calciomercato. Chi doveva fare gol in serie e chi doveva fermare gli attaccanti avversari. E c’è chi rappresenta, o forse rappresentava, un investimento in prospettiva da lanciare nel nostro campionato. Ma loro, tutti loro, hanno una caratteristica in comune: non giocano mai. Qualcuno per scarso rendimento, altri per scelta tecnica. Fatto sta che tra panchine e tribune degli stadi italiani langue un patrimonio tecnico (ed economico) di tutto rispetto. 
Sono poche le squadre che utilizzano costantemente i loro giocatori all’insegna del turn over. Molte di più sono quelle che hanno letteralmente dimenticato qualcuno. Che fine ha fatto per esempio Keisuke Honda? Il giapponese del Milan è indiscutibilmente dotato di un grande talento e di ottime doti ma dopo un anno da assoluto protagonista in rossonero e la scorsa stagione in chiaroscuro, ora è finito nel dimenticatoio. Pochissime chanches, quasi sempre solo nei minuti finali e con risultati già acquisiti. Cinque presenze per un totale, misero, di 116 minuti complessivi in campo. Davvero poco per uno che, per giunta, indossa la maglia numero 10 che fu di Rivera e Gullit. Anche sull’altra sponda del naviglio c’è un caso un po’ misterioso. È Jonathan Biabany, esterno d’attacco francese che l’Inter ha contrattualizzato dopo che ha risolto i problemi di salute. Lo scorso anno 20 gare e un gol, zero apparizioni in questo campionato. Nemmeno un’occasione, neanche una possibilità di mettersi in luce. Eppure a gennaio è arrivata la chiamata addirittura del Chelsea ma, mistero su mistero, il francese ha detto no. 
Da Milano a Bergamo ecco Alberto Paloschi. L’ex enfant prodige doveva essere il centravanti titolare della squadra di Gasperini ma l’esplosione di Petagna lo ha relegato a ultima scelta. Per lui solo 8 presenze in campionato e nessuna rete realizzata. Anche il Napoli ha i suoi bei casi, con tanto di polemiche De Laurentiis-Sarri anche per l’utilizzo assai parsimonioso di alcuni giocatori da parte del tecnico. Il difensore Maksimovic, pagato al Torino in estate oltre 25 milioni di euro, ha visto il campo soltanto 7 volte riuscendo anche a segnare un gol. Ancora peggio di lui ha fatto Marko Rog, centrocampista croato di belle speranze costato alla società 14 milioni di euro ed utilizzato da Sarri soltanto per 74 minuti in questo campionato. In casa Lazio sono due gli scomparsi dai radar. Vuoi per infortuni vuoi per scelta tecnica sia il belga Lukaku che il serbo Djordjevic hanno visto il campo per poco più di 400 minuti in questa stagione, un rendimento molto sotto le aspettative agostane. Dalla Lazio alla Roma, con il brasiliano Gerson che ha collezionato solamente 4 apparizioni in questa serie A. La Fiorentina dice «chi l’ha visto» al difensore francese De Maio, passato da colonna del Genoa alle sole 4 presenze della gestione Paulo Sousa. La Sampdoria dell’esiliato Cassano, talento mai visto in campo quest’anno, contava sui gol di Budimir e le geometrie di Cigarini: meno di 300 minuti a testa di utilizzo.
C’è poi il caso Scuffet. Il giovane portiere dell’Udinese due anni fa era stato ingaggiato dall’Atletico Madrid a suon di milioni ma lui aveva rifiutato per finire gli studi. Da fenomeno potenziale a riserva di Karnezis con zero minuti zero di utilizzo in campionato. 
Ma i desaparecidos non disperino, l’ultima giornata insegna. Gabigol e Maxi Lopez avevano giocato poco o nulla finora. Inutili e criticati. Domenica sono entrati e hanno realizzato il loro primo gol in stagione. Il calcio è così, basta una partita per ribaltare tutto. Anche le gerarchie.