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 2017  febbraio 19 Domenica calendario

Il dibattito sull’informazione è complicato. Per esempio: se uno (è accaduto ieri) si traveste da ufficiale dell’Armata Rossa e va all’assemblea della minoranza Pd con una telecamera, sta facendo informazione o spettacolo? E se i presenti gli dicono “si levi dalle scatole”, stanno boicottando la libertà di informazione o stanno difendendo il loro diritto di non fare le comparse (gratis) in uno show altrui? La domanda non sembri campata in aria: perché l’ufficiale dell’Armata Rossa, seccatissimo di non essere il benvenuto, ha invocato, strillando, “l’articolo 21”, che si riferisce alla libertà di stampa e di espressione del pensiero

Il dibattito sull’informazione è complicato. Per esempio: se uno (è accaduto ieri) si traveste da ufficiale dell’Armata Rossa e va all’assemblea della minoranza Pd con una telecamera, sta facendo informazione o spettacolo? E se i presenti gli dicono “si levi dalle scatole”, stanno boicottando la libertà di informazione o stanno difendendo il loro diritto di non fare le comparse (gratis) in uno show altrui? La domanda non sembri campata in aria: perché l’ufficiale dell’Armata Rossa, seccatissimo di non essere il benvenuto, ha invocato, strillando, “l’articolo 21”, che si riferisce alla libertà di stampa e di espressione del pensiero.
C’è una grande confusione sotto il cielo. Ci sono giornalisti che vengono ammazzati dalla mafia e ci sono showmen che si appellano all’articolo 21 perché non possono liberamente organizzare una gag in casa altrui. Ci sono leader politici (negli Usa e in Italia) che accusano in blocco la stampa di falsità, e si considerano l’unica fonte autorizzata a parlare di se stessi. E ci sono giornali e giornalisti che davvero usano il falso e la calunnia come arma ordinaria, ma si nascondono dietro il diritto di informazione. L’unico modo di orientarsi, nel caos, è quello (antichissimo!) di cercare di distinguere, caso per caso, tra gentiluomini e no.