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 2017  febbraio 18 Sabato calendario

Il calcio femminile guarda al futuro. Figc e Lnd puntano a nuove sinergie

Sono 23.196 le calciatrici tesserate in Italia per la Federcalcio. Ben 12.129 sono under 18. Mentre sono operative 659, delle quali 64 partecipanti ai campionati nazionali di serie A e Serie B.
L’attività calcistica femminile in Italia è un movimento in continua crescita anche se con numeri ancora inferiori rispetto a quelli delle principali realtà europee e mondiali. La Figc, a cui è demandata l’attività delle Nazionali, punta molto sullo sviluppo del settore.
Nel 2015 ha varato norme per inserire tra i requisiti necessari ai club per poter partecipare alla Serie A e alla Serie B maschili, «l’impegno a tesserare almeno ulteriori 20 calciatrici Under 12, rispetto alla stagione precedente, all’interno del proprio settore giovanile». Una novità rilevante.
In alternativa all’obbligo di tesserare 20 calciatrici Under 12, la Figc considera l’impegno rispettato se la società «acquisisce il titolo sportivo, ovvero partecipazioni di controllo, di una società di calcio femminile affiliata partecipante ai Campionati di Serie A o di Serie B» oppure se la società «conclude accordi di licenza, per l’utilizzo della denominazione, del marchio e dei segni distintivi, validi per la stagione sportiva 2016/2017 con società di calcio femminile affiliata partecipante ai Campionati di Serie A o di Serie B, con sede nella stessa provincia».
Insomma la strada verso un lancio definitivo del calcio femminile in Italia sembra spianata eppure, ad oggi, mancano ancora degli anelli di congiunzione come, ad esempio, un coinvolgimento complessivo dei media passando per un’educazione scolastica calcistica che riesca a preparare e coinvolgere le giocatrici quando sono ancora bambine. «Lo sviluppo del calcio femminile è uno degli obiettivi più importanti su cui stiamo lavorando perché siamo convinti che sia finalmente giunto il momento per superare le barriere che, anche all’interno del mondo del calcio, ne hanno condizionato la diffusione negli anni passati e perchè è il settore dove c’è il più ampio margine di crescita per il sistema calcio», afferma Francesca Sanzone, vice direttore generale della Figc «Come Federazione sosteniamo progetti educativi e di promozione della cultura delle pari opportunità, lavoriamo per un maggiore coordinamento tra tutte le realtà federali che a vario titolo si occupano di questo settore. Non a caso il presidente Tavecchio ha istituito un Comitato ristretto con un rappresentante per tutte le componenti presenti in Consiglio Federale ed è stata istituita all’interno della Figc una nuova funzione interamente dedicata allo sviluppo del calcio femminile», aggiunge Sanzone.
Il calcio femminile che ha debuttato alla fine del 1800 nel regno Unito, inizialmente era associato a partite di beneficenza e all’esercizio fisico. In Italia il calcio femminile è comparso nel 1933 a Milano con la nascita del Gruppo Femminile Calcistico la cui attività però durò solo nove mesi.
Nel 1946 nacquero a Trieste due squadre: la Triestina e il San Giusto. Quattro anni dopo a Napoli diverse società del panorama calcistico nazionale diedero vita all’Associazione Italiana Calcio Femminile. Nel 1968 nacque la Federazione Italiana Calcio Femminile. Ma è soltanto nel 1986 che il calcio femminile è entrato nei ranghi della Figc inserito nell’ambito dellla Lega Nazionale Dilettanti, a partire dalla stagione 1986-1987.
La Federcalcio nel tempo ha costituito varie commissioni per studiare norme e strategie ad hoc per favorirne lo sviluppo. Si lavora, dunque, da tanto tempo per un lancio definitivo di questa settore. Una risalita che, in Italia, si scontra ancora con il pregiudizio. «Si tratta di un percorso i cui risultati si vedranno solo nel medio-lungo periodo – conclude Sanzone – ma sicuramente si stanno ponendo delle solide basi e si sta avviando un circolo virtuoso che speriamo veda sempre più coinvolti tutti: i genitori, le calciatrici, i club, i dirigenti, le istituzioni sportive e non, gli sponsor, e chiunque altro possa contribuire alla crescita di questo meraviglioso ed entusiasmante movimento». Come ha sottolineato lo stesso presidente Tavecchio con 31 milioni di donne non è possibile che ci siano solo 23mila tesserate.
In una recente riunione tra i componenti del Dipartimento calcio femminile della Lega nazionale Dilettantie le società del centro sud che si è tenuta a Roma, il vice Ppesidente della Lnd con delega al calcio femminile, Sandro Morgana, ha ricordato il percorso intrapreso negli ultimi mesi: «Tutto ciò che avevamo promesso come Dipartimento lo abbiamo fatto. In così poco tempo abbiamo messo dei puntelli fondamentali assicurando certezze alle società. Abbiamo abbattuto il costo delle iscrizioni ai sodalizi, riformato i campionati rendendo più agile e funzionale l’aspetto nazionale creando un cuscinetto interregionale che coinvolga tutti i comitati della Lega Nazionale Dilettanti. Infine abbiamo redatto un progetto di sviluppo condiviso che porteremo al vaglio della Figc. Puntiamo sulla continuità, su una cabina di regia e appunto su un progetto chiaro pensando a un calcio femminile fatto di partecipazione e solidarietà».
Veronica Riefolo
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In Canada e Usa giocano già in 5 milioni
L’America del Nord e l’Europa sono le terre in cui il fenomeno del calcio femminile si è diffuso in maniera considerevole. Secondo il report stilato dall’Osservatorio del calcio (Cies) di Neuchâtel, a livello globale si contano 4,8 milioni di giocatrici tesserate. Usa e Canada pesano per il47% con 2,25 milioni di calciatrici.
In Europa il numero di atlete supera i due milioni. I tesseramenti sono destinati a crescere, basti pensare che su scala mondiale le donne che giocano abitualmente a calcio sono oltre 30 milioni. Per la Fifa, la stragrande maggioranza delle praticanti non appartiene a società o enti sportivi. Per avvicinare le ragazze al calcio, i177 associazioni legate alla Fifa hanno evidenziato, nel Women’s Football Survey, la necessità di nuovi fondi e infrastrutture, nonché di un cambio culturale. Nel vecchio continente si investono circa 100 milioni di euro all’anno nel calcio a tinte rosa, più della metà della spesa globale (156,62 milioni). L’esborso si concentra tra le prime 20 nazioni del ranking in cui si spendono, mediamente, 5,4 milioni all’anno. Dunque, la correlazione tra risultati sportivi e investimenti è palese.
Al momento i costi del movimento (circa 40 milioni) sono coperti per una buona parte dalle federazioni. Infatti solo il 29% delle associazioni mondiali ha stretto accordi con almeno uno sponsor.
Le manifestazioni calcistiche che attraggono il maggior numero di tifosi sono la Coppa del Mondo e il torneo Olimpico. Le partite di Canada 2015 sono state seguite, in media, da 25.664 spettatori. A Rio 2016, invece, si è registrata una media di 24.465 presenze. Sia a Vancouver, che in Brasile, per le finali sono stati staccati più di 50mila tagliandi. Oltre che nei due grandi eventi, le migliori nazionali si affrontano in tornei a invito, come l’Algarve Cup in Portogallo e la SheBelieves Cup negli Usa. Tra le competizioni per club più importanti troviamo la NWSL americana, dove nel 2015 Carli Lloyd (Fifa Player 2015 e 2016) e Hope Solo (conduce un programma tv) sono arrivate a guadagnare 366 mila dollari tra stipendio e bonus. Lloyd si è appena trasferita al Manchester City Women.
La NWSL è una meta ambita per la qualità del torneo, tant’è che Canada e Messico mandano a giocare le migliori giocatrici negli Usa. In Europa, la finale della Champions League 2015/2016 si è giocata a Reggio Emilia, dove circa 17 mila spettatori hanno assistito al successo del Lione. La società del presidente Aulas ha ingaggiato in prestito dagli Orlando Pride, l’attaccante Alex Morgan che nel 2015, tra stipendio e sponsor, è arrivata a guadagnare oltre 1 milione di dollari. Morgan è molto conosciuta in America (sta girando anche una webserie); nella sua carriera ha sottoscritto accordi di sponsorizzazione con Nike, Coca-Cola, McDonald’s, Tampax ed EA Sports. Una delle stelle del calcio femminile è la brasiliana Marta, cinque volte giocatrice dell’anno, che veste i colori del club svedese dell’FC Rosengard e guadagna 400 mila dollari all’anno. Le nazioni con i salari più generosi sono: Usa, Canada, Francia, Inghilterra, Germania e Svezia. Tuttavia, il compenso della classe media non tiene il passo delle big e molte atlete percepiscono meno di 1.000 dollari al mese.
Emanuele Cuomo