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 2017  febbraio 15 Mercoledì calendario

Il pontiere Orlando litiga con Boschi. «Va via la metà, quale Pd sarà mai?»

ROMA Nel giorno in cui vanno in frantumi antichi equilibri del Pd, Andrea Orlando muove un nuovo passo di sfida contro Matteo Renzi. Si ritrova a lungo a colloquio con Pierluigi Bersani, sonda Gianni Cuperlo, si intrattiene al telefono con gli altri big del Pd. E non esclude di candidarsi al congresso, in modo da calamitare anche il consenso della sinistra del partito. Poco prima aveva affrontato in privato Maria Elena Boschi. Non era andata bene, anche se alla sentinellla del renzismo a Palazzo Chigi aveva spiegato le ragioni della mossa: «Dobbiamo evitare la scissione. Se va via mezzo partito, il Pd che senso ha?».
La battaglia di Orlando travolge prima di tutto la sua corrente. La prima vittima del divorzio con Matteo Orfini, infatti, è proprio l’area dei Giovani Turchi. Ieri si è sfiorato lo scontro pubblico, con gli orlandiani intenti a raccogliere le firme su un documento molto duro con la segreteria. Nel pomeriggio il testo viene congelato, mentre il ministro riunisce i parlamentari che gli sono fedeli a Montecitorio. Nel frattempo, il suo fidato Daniele Marantelli passeggia per la Camera con un elenco di “turchi”: chi è segnato con la X sta con Orlando, gli altri con Orfini.
La partita è apertissima. Oggi è previsto un nuovo incontro, stavolta con entrambi i capicorrente presenti. Un summit convocato dal senatore Franco Verducci – uomo forte dell’area, attestato sulla linea del Presidente del partito con un sms che recita: «Riunione parlamentari “Rifare l’Italia” con Orfini e Orlando. Importante”.
Quel che più pesa, nella rincorsa di Orlando, è soprattutto il fuoco amico. Non è facile soprattutto perché senza una benedizione dell’azionista di riferimento del partito, vale a dire Dario Franceschini, la corsa diventa tutta in salita. E infatti nessuna candidatura sarà lanciata finché il quadro complessivo non sarà più chiaro, anche se nei confronti della sinistra dem non mancano segnali concilianti: «Io candidato della minoranza? Questo non è un tema all’ordine del giorno – dice a sera in tv – prima di tutto bisogna mettere al bando la scissione. Credo che le istanze della sinistra dovrebbero trovare un luogo di confronto sul merito, non sulle procedure. Spendersi per l’unità ha sempre un senso, la sinistra divisa ha sempre pagato un prezzo altissimo».