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 2017  febbraio 10 Venerdì calendario

«Il messaggio è chiaro. Così non si può andare al voto». Intervista a Massimo Luciani

«La Corte ha messo la politica davanti alle sue responsabilità. E lo ha fatto ricordando, decine di volte nelle 100 pagine delle motivazioni della sentenza, che il legislatore ha sempre la più ampia discrezionalità in materia elettorale. Il messaggio al Parlamento, dunque, è quello di mettersi subito al lavoro per varare due nuove leggi elettorali, per la Camera e per il Senato, che sappiano suonare la stessa musica..».
L’occhio esperto del professor Massimo Luciani, ordinario di Diritto costituzionale all’Università La Sapienza, mette a fuoco, prima delle altre, la pagina 75 delle motivazioni, dove la Consulta chiarisce a cosa serve la legge elettorale.
Rappresentatività o governabilità, professore?
«La Corte ci dice in modo chiaro che “ogni sistema elettorale, se pure deve favorire la formazione di un governo stabile, non può che essere primariamente destinato ad assicurare il valore costituzionale della rappresentatività”. Prima la rappresentatività e poi la stabilità. Non il contrario».
Il secondo paletto riguarda la compatibilità dei due sistemi elettorali che» non devono ostacolare la formazione di maggioranze parlamentari omogenee».
«In realtà, questo lo sapevamo già ma il dibattito politico non ha voluto accettare un dato certo che la Corte, con la sua autorevolezza, conferma: con il “Consultellum 1”, al Senato, e con il “Consultellum 2”, alla Camera, non può andare a votare».
La Corte suggerisce qual è la strada sicura per rendere omogenei i due sistemi elettorali?
«No, la Corte ribadisce che il legislatore ha ampia discrezionalità in materia elettorale...»
Si potrebbe estendere il premio di lista al Senato?
«Certo. Oppure si può estendere il premio di coalizione alla Camera».
Il ballottaggio è bocciato per sempre?
«Non è incostituzionale il ballottaggio in sé. Ma le modalità di assegnazione del premio al secondo turno».
I partiti ora hanno i compiti da fare a casa?
«È stata una pura illusione quella di chi si aspettava una paterna indicazione da parte della Corte. Adesso il Parlamento non ha più alibi».