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 2017  febbraio 03 Venerdì calendario

Quel contratto che garantisce una rendita

Come funziona un’assicurazione sulla vita? E perché viene stipulata?La polizza «Temporanea caso morte» prevede, ad esempio, il pagamento di un capitale al beneficiario se l’assicurato muore prima del temine stabilito dal contratto. Se alla scadenza l’assicurato è vivo, l’assicurazione non dovrà nessuna prestazione, e i premi versati dal contraente resteranno di proprietà dell’assicurazione medesima. Il contratto non consente quindi il riscatto. Queste polizze possono essere utili, ad esempio, al capofamiglia, il quale, essendo l’unica fonte di reddito, tutela in caso di sua morte, i propri familiari e garantisce loro un capitale. La polizza Vita intera prevede invece il pagamento di un capitale alla morte dell’assicurato in qualunque momento avvenga, senza limiti di tempo. Poi ci sono le assicurazioni con rendita vitalizia finché l’assicurato è in vita. Può essere immediata o differita: la rendita immediata comporta il pagamento di un premio unico all’atto di stipula del contratto e l’erogazione della rendita, a scadenza della polizza, immediata o entro un anno, come stabilito. Le polizze a capitale differito prevedono un premio da pagare in una soluzione unica o con scadenze stabilite in anticipo dall’assicurato. In sostanza, la compagnia stacca l’assegno ai beneficiari se l’assicurato è ancora in vita dopo una data stabilita nel contratto. Queste polizze si differenziano da quelle a rendita differita perché, in questo caso, l’assicurazione si impegna a pagare non una determinata somma ma una rendita nel caso in cui l’assicurato sia in vita alla data stabilita per contratto. 
In generale, le polizze Vita possono servire come accumulo, ovvero per avere un tot di capitale da usare. Per costruire una rendita extra ai figli. Ma perché stipulare una polizza Vita e non un altro tipo di prodotto finanziario? Oltre a garantire determinati vantaggi fiscali, le polizze vita non sono pignorabili ovvero possono essere uno strumento utile anche in caso di extralegittima, ovvero per sottrarre i capitali all’asse ereditario.