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 2017  febbraio 02 Giovedì calendario

Impeachment e 25esimo emendamento: ma è possibile?

«Impeachment» è la parola terribile che negli Stati Uniti (ma anche in altri Paesi) viene evocata quando ci si vuole liberare di un leader ingombrante e pericoloso che commette abusi di potere non bloccati da altri meccanismi di salvaguardia di un sistema democratico. Nella storia americana recente Richard Nixon, dopo il «Watergate», si dimise sotto la minaccia di un «impeachment» che l’avrebbe spazzato via, mentre Bill Clinton uscì indebolito ma assolto dall’incriminazione decisa nel 1998 da un Congresso a maggioranza repubblicana.
Se ne torna a parlare già all’inizio della presidenza Trump: un leader che sembra deciso a fare terra bruciata, a governare solo nell’interesse di chi lo ha eletto e non dell’intero Paese (e degli alleati dell’America). Non ha molto senso ragionare di come mettere alla porta un presidente appena insediato per un atto, lo stop agli ingressi da alcuni Paesi musulmani, inopportuno ma probabilmente non illegale.
Eppure, oltre ai democratici, anche personaggi di spicco del mondo conservatore cominciano a parlare di «impeachment» o dell’altro strumento legale per liberarsi di un presidente: il 25esimo emendamento della Costituzione. Di cosa si tratta? La legge Usa consente al Congresso di intervenire e processare il presidente (o altre cariche pubbliche) responsabile di gravi reati. La procedura di «impeachment» deve essere dichiarata dalla Camera che vota l’incriminazione e sceglie anche chi nel processo, che si terrà al Senato, sosterrà la pubblica accusa. Per la condanna e la rimozione del presidente ci vuole il voto dei due terzi dei senatori. Quanto al 25esimo emendamento, fu varato dopo l’assassinio del presidente Kennedy, negli anni 60, per chiarire meglio il passaggio dei poteri in caso di incapacità del presidente. La norma, applicata ad esempio quando un presidente affronta l’anestesia per un intervento chirurgico, ha, però, anche un quarto comma che attribuisce al vicepresidente, che deve muoversi insieme alla maggioranza del Parlamento o del governo, il potere di dichiarare il presidente incapace di svolgere le sue funzioni nella pienezza delle sue capacità. Una norma fin qui mai usata.