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 2017  febbraio 01 Mercoledì calendario

Chi è la donna che ha osato dire di no a The Donald

Ha impacchettato da sola le sue cose e a mezzanotte ha lasciato l’ufficio di viceministro al Dipartimento della Giustizia. Poche ore prima, lunedì 30 gennaio, Sally Quillian Yates aveva ricevuto una lettera dalla Casa Bianca: «Licenziata». Donald Trump ha bruscamente allontanato l’Attorney General ad interim che sarebbe dovuta rimanere in carica ancora qualche giorno, aspettando il via libera del Senato per Jeff Sessions. Lunedì pomeriggio Yates aveva comunicato agli avvocati del Dipartimento che non era possibile difendere il bando temporaneo di profughi e cittadini provenienti da sette Paesi musulmani. Ora per il partito democratico è diventata un simbolo della resistenza anti Trump. Pochi mesi fa, invece, Yates e la titolare del ministero, Loretta Lynch, furono criticate dagli stessi progressisti per non aver bloccato l’iniziativa dell’Fbi sulle email di Hillary Clinton. Sally Caroline, 56 anni, è nata ad Atlanta, figlia del giudice Kelley Quillian. Ha studiato prima Giornalismo e poi Legge, riprendendo la traccia del padre. Comincia come avvocato, ma nel 1989 entra nella Procura distrettuale Nord della Georgia. Da lì in avanti una carriera lineare, segnata da processi importanti come quello a carico di Eric Rudolph, il terrorista delle Olimpiadi del 1996. Si sposa con Comer Yates, amministratore scolastico, ha due figli. Infine l’approdo a Washington, chiamata da Barack Obama nel 2015 come vice di Eric Holder e poi di Lynch. Il Senato ratificò la nomina a larga maggioranza. Ma un parlamentare repubblicano dell’Alabama, Jeff Sessions, la incalzò a lungo, chiedendole se davvero sarebbe stata in grado di resistere a un ordine considerato ingiusto del presidente. Yates rispose «sì» e lunedì lo ha fatto, anche se l’ordine era di Trump e non di Obama. Ora toccherà a Sessions, Senato permettendo, dimostrare di poter contrastare, se occorre, anche la Casa Bianca.