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 2017  gennaio 29 Domenica calendario

La passione per i regali inguaia Netanyahu

Gerusalemme La passione di Netanyahu per i regali di valore è nota sin da quando, nel 1999, dopo il suo primo incarico da premier, venne inquisito, assieme alla moglie, Sara, per aver ricevuto servizi di vario genere dal costruttore Avner Amedi il quale, arrestato, si trasformò in pentito. Nell’inchiesta che ne seguì venne fuori che nel periodo 1996-1999 il primo ministro aveva ricevuto circa 900 regali, di 100 si persero le tracce. La legge israeliana vuole che i doni ai politici superiori al valore di 70 dollari debbono essere conferiti allo Stato, ma Netanyahu non venne incriminato. Diciotto anni dopo, ci risiamo. Se da un lato può sentirsi sollevato nel vedere finalmente alla Casa Bianca un presidente simpatetico con le sue vedute, dall’altro Netanyahu ha motivo di guardare con apprensione alla nuova inchiesta che la polizia sta conducendo sulle regalie ricevute da un miliardario australiano, James Packer, e da un non meno facoltoso produttore israeliano, Arnon Milchan, che si sospetta elargite in cambio di favori. La fotografia emergente dalle indiscrezioni è quella di un primo ministro e signora amanti della vita lussuosa a spese altrui: da alcune intercettazioni alla segreteria di Milchan, i sigari cubani destinati alla residenza del premier venivano chiamati “foglie” mentre lo champagne rosé preferito era la “rosa”. S’indaga anche su qualche costoso gioiello donato a Sara. Netanyahu si difende dicendo che ricevere regali non è reato e si dichiara vittima di una caccia alle streghe.