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 2017  gennaio 30 Lunedì calendario

I particolari per la rapina a Kardashian? Bastava andare su Internet

PARIGI Aomar Ait Khedache, 60 anni, detto «il Vecchio», per qualche ora durante la custodia cautelare ha provato a negare. Poi ha capito che le tracce del suo Dna sui lacci Serflex con i quali venne legata Kim Kardashian erano una prova abbastanza concludente, e si è messo a raccontare.
«Abbiamo avuto delle notizie molto precise sui suoi spostamenti a Parigi grazie a qualcuno che le era vicino», si legge nel verbale d’interrogatorio consultato da Le Monde. Ma i dettagli fondamentali per decidere di rapinare la star americana dei reality, la banda li ha trovati su Internet. «Tutto era in Rete. I gioielli esibiti su Internet, con la precisazione che lei non portava delle copie. Gli orari di quando veniva in Francia (...) bastava guardare su Internet per sapere tutto, assolutamente tutto».
Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre cinque rapinatori sono entrati nella discreta residenza senza insegne «No Address» nel quartiere della Madeleine, hanno immobilizzato Kim Kardashian che si trovava da sola (la guardia del corpo aveva accompagnato la sorella in discoteca) e pochi minuti dopo se ne sono andati con calma, a piedi e in bicicletta, con le borse nere piene di oro e diamanti, per un bottino del valore totale stimato intorno ai nove milioni di euro in gioielli. Il 9 gennaio sono state arrestate 17 persone – tra le quali in Provenza «Pierrot», una vecchia conoscenza della polizia, di origine italiana – grazie al Dna di Khedache, probabilmente il capo della banda.
L’uomo contraddice il racconto di Kardashian quanto alla pistola alla tempia. «La persona che era con me l’ha legata sul letto, credo, e poi l’ha spostata nella sala da bagno. Con attenzione. Non abbiamo tirato fuori alcuna arma».
La banda stava per entrare in azione già settimane prima, grazie a una talpa che potrebbe essere il fratello dell’autista di Kardashian, ma preferirono rinunciare perché la star era accompagnata da troppe persone. La notte del 2 ottobre invece quasi tutto è filato liscio, «non è stata una cosa violenta», dice «il Vecchio».
Quanto alla refurtiva, «perché i gioielli non venissero riconosciuti abbiamo deciso di farli fondere. Uno di noi è tornato con dei lingotti, dovevano essere di 800 grammi più o meno, pari a 25 o 28 mila euro, una cosa così». Quanto al famoso diamante esibito da Kardashian sui social media, «ce l’ha una persona ma ha paura di venderlo perché è riconoscibile».