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 2017  gennaio 25 Mercoledì calendario

L’amaca di Michele Serra

Dice il più grande scrittore americano vivente, Philip Roth, che Trump è «solo un artista della truffa, un ignorante privo di ogni decenza». Dice la più americana delle rock-star americane, Bruce Springsteen, che contro Trump ci vuole «una nuova resistenza». Da anni sentiamo dire che intellettuali e artisti, per quieto vivere, hanno abbassato la voce e tradito il loro mandato. La verità è che anche quando si schierano la loro voce interessa sempre meno, coinvolge solo i già coinvolti e convince i già convinti. Il loro declino fa parte del più generale declino delle élites; e se nel caso della famiglia Clinton è piuttosto facile farsene una ragione, nel caso di Roth, no.
I pochi elettori di Trump che sanno chi è Roth gli dedicheranno al massimo un’alzata di spalle, perché ben altre sono le fonti di approvvigionamento, più spicce e di pronto uso, che formano il grosso dell’opinione pubblica. Quanto alla capacità di “scandalo” che viene riconosciuta in genere come la sola vera virtù del vero intellettuale, è evidente che per Roth nessuno scandalo è più grave che vedere alla Casa Bianca un «truffatore ignorante privo di ogni decenza». Non così per chi lo ha votato, al quale la voce di Roth parrà solo l’inutile lagna di un vecchio ebreo liberal.