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 2017  gennaio 18 Mercoledì calendario

Perizia grafica a Palermo. «Nella lista dei grillini duecento firme false»

Le firme false sono veramente false. E a ricopiarle sono stati non solo i parlamentari e gli attivisti del M5S che hanno ammesso i fatti, davanti ai pm di Palermo, ma anche altri indagati: deputati nazionali e regionali, semplici esponenti del Movimento di Beppe Grillo, finiti sotto inchiesta con l’accusa di avere truccato l’elenco presentato a sostegno della lista per le elezioni comunali del 2012, tenute nel capoluogo siciliano. Mentre a Palermo i Cinque Stelle faticano per trovare un candidato sindaco (oggi le «comunarie», con due soli superstiti, dopo ben tre ritiri), la consulenza grafologica, depositata ieri in tre volumi di colore nero, oltre 600 pagine, conferma i sospetti della procura: sono apocrife, perché non apposte dagli apparenti sottoscrittori – e dunque sono false – le circa 200 firme esaminate a campione dagli esperti consultati dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal pm Claudia Ferrari.
Oltre al disconoscimento da parte dei diretti interessati, rintracciati e ascoltati uno per uno dalla Digos, l’analisi scientifica ha ribadito che furono poche le mani che ritoccarono gli elenchi e che apposero più firme. Emerge anche la conferma della paternità di alcune grafie: quelle degli attuali deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio e degli allora candidati consiglieri comunali Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso, tutti rei confessi, che avevano accettato di rilasciare il «saggio grafico». Un esempio della propria scrittura lo avevano reso anche altre due attiviste, Alice Pantaleone (che aveva risposto ai magistrati, negando tutto) e Samantha Busalacchi; non avevano invece accettato di scrivere qualcosa di proprio pugno Riccardo Nuti, ex candidato sindaco e oggi deputato nazionale assieme alle colleghe Giulia Di Vita e Claudia Mannino, al marito di quest’ultima, Pietro Salvino, e a Riccardo Ricciardi, marito dell’altra parlamentare (non indagata) Loredana Lupo. Indagati anche l’avvocato Francesco Menallo (regista giuridico dell’operazione, per l’accusa) e il cancelliere Giovanni Scarpello.
Nonostante i rifiuti di rilasciare il «saggio grafico», la Digos aveva incrociato grafie attribuibili agli indagati con gli originali delle firme false depositate al Comune: dal lavoro dei consulenti sarebbero emerse conferme delle tesi accusatorie, anche in negativo per quel che riguarda Nuti, che effettivamente non risulta tra gli «amanuensi», fra coloro cioè che, nella notte del 3 aprile 2012, si impegnarono per rimediare a un errore nella compilazione delle firme a sostegno della lista. Nuti – secondo i pm – avrebbe piuttosto dato il via alla ricopiatura, con l’ok di Menallo, per evitare la possibile esclusione della lista dei Cinque Stelle dalle elezioni per Palazzo delle Aquile.
Entro il mese i pm potrebbero inviare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Oggi il voto online per le comunarie, con la scelta che si è ridotta all’avvocato Ugo Forello, leader del movimento Addiopizzo, attaccato dai nutiani come presunto ispiratore del «complotto» che sarebbe collegato all’inchiesta della procura, e al poliziotto Igor Gelarda.