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 2017  gennaio 18 Mercoledì calendario

Lucky Strike compra Camel, nasce il colosso del tabacco

NEW YORK Il bollino rosso delle Lucky Strike conquista il cammello delle omonime sigarette americane, in un affare da 49,4 miliardi di dollari. La prima delle due aziende: la British American Tobacco, (detentrice oltre a Lucky Strike anche dei marchi Dunhill e Kent) ha chiuso l’acquisizione della porzione azionaria della Reynolds American (Pall Mall, Camel, Newport). L’accordo, giunto al termine di tre mesi di trattative, ha valutato il 57,8% della Reynolds ancora in mani americane a 59,64 dollari per azione, rispetto ai 56,5 dollari della prima offerta. Data la previa compenetrazione parziale delle due aziende la Security Exchange Commission ha preteso che la inglese ultimasse il processo di verifica della documentazione prima di effettuare l’offerta pubblica. Al termine di questo esame, la Bat ha concluso che il valore dell’azienda che stava conquistando era superiore alle sue aspettative, nonostante la flessione del mercato delle sigarette negli Usa. 
IL RILANCIO
Da qui il rilancio, nella misura del 26% rispetto alla chiusura del 20 di ottobre, quando l’idea era stata ventilata per la prima volta. La transazione comprende una parte di pagamento in contanti di 29,44 dollari per azione della società americana (che sarà finanziata con un finanziamento bancario di 25 miliardi di dollar), e con la cessione dello 0,526 di un titolo ordinario della Bat. La nuova azienda consolidata avrà una capitalizzazione di 187 miliardi di dollari, e conterà su un fatturato di 26,7 miliardi. Le sinergie tra le due squadre operative dovrebbe produrre a detta dei dirigenti un risparmio di 400 milioni l’anno, e forse delle conseguenze per i 55.700 lavoratori attualmente impiegati. L’acquisto consegna alla British American Tobacco il 36,6% del mercato americano delle sigarette, e ne fa il secondo protagonista in Nord America. Dall’altro lato apre le porte per la Reynolds al resto del mercato mondiale, in modo particolare alla ricca piazza dell’America Latina. Il fenomeno del consolidamento già in atto nel settore, potrebbe essere ora precipitato in seguito alla fusione. La Bat si è rifiutata di confermare che l’acquisto sia stato spinto dalla promessa di un forte sconto fiscale in arrivo per le aziende americane, così come ha promesso Donald Trump durante la campagna elettorale. Non si possono concludere affari di questa portata – ha detto il ceo della Bat Nicandro Duarnte – sulla base di speculazioni sull’indirizzo della politica. L’industria del tabacco è sopravvissuta negli Usa all’onda d’urto che la colpì nel 1998, quando i tribunali aprirono il fianco a class action per gli effetti nocivi dei prodotti venditi dalle aziende. I 200 miliardi di danni pagati dalle aziende e le successive rivalse da parte dei singoli stati non hanno messo in ginocchio le aziende, che sono riuscite a navigare la crisi mantenendo alta produttività e profittabilità dei marchi. Il prezzo delle sigarette è lievitato, ma nel frattempo si sta espandendo quello dei nuovi prodotti’, tra i quali la sigaretta elettronica, altro campo nel quale le due società appena consolidate potranno contare su un margine di vantaggio rispetto alla concorrenza.