la Repubblica, 18 gennaio 2017
Assunto senza colloqui e concorrenti ora Alfano junior rischia il posto
ROMA. Un contratto d’oro che ora rischia di essere dichiarato nullo. Perché sul tavolo della Corte dei conti è finita una relazione investigativa che segnala come la procedura di assunzione in Postecom, società controllata dal gruppo Poste, di Alessandro Alfano, fratello del ministro degli Esteri Angelino Alfano, abbia violato la legge. Quell’incarico da 160 mila euro lordi, cifra poi lievitata sino a 200 mila con il passaggio ad altri incarichi, è stata fatta «senza alcuna procedura comparativa documentata e documentabile». Nelle carte giudiziarie si legge che l’iter per il reclutamento di Alfano jr, 41 anni, una laurea triennale conseguita a 34, ha almeno tre anomalie: manca la «scheda richiesta assunzione», poi «non si ha riscontro della convocazione per un colloquio conoscitivo», e ancora «non risulta predisposta la scheda informativa del colloquio». Alfano, è scritto ancora nel documento all’esame dei magistrati contabili, «non era neppure stato annoverato nella rosa dei primi (cinque) candidati individuati nel 2013 e, neppure quando si è deciso di accantonare tali nominativi e di procedere alla ricerca del candidato con il profilo più adatto sul profilo Linkedin, inserendo le caratteristiche richieste, il suo nominativo è apparso» fra i 10 individuati. In pratica, «visto l’esito negativo della ricerca effettuata con i parametri curriculari», i vertici dell’azienda «hanno cercato direttamente sul portale Linkedin il nominativo di Alessandro Alfano, di cui è apparsa la schermata». Di lì a poco, il giovane agrigentino dal cognome pesante ha centrato l’incarico.
L’ad Massimo Sarmi ha dichiarato che quello del fratello del ministro è stato considerato il curriculum più adatto in forza di una «buona conoscenza del territorio del Sud Italia». Anche se la sede di lavoro di Alfano jr. si sottolinea, «era Roma e non il Meridione». Di certo, sull’assunzione del giovane dirigente aveva espresso dubbi, proprio all’ad Sarmi, il consigliere d’amministrazione di Poste Antonio Mondardo: «Il cda non era stato messo a conoscenza dell’esigenza di ricoprire detto ruolo e che per tale carica fosse prevista l’assunzione di Alessandro Alfano». Lo stesso Sarmi, sentito dai finanzieri nel febbraio scorso, avrebbe mentito, dicendo di non essere stato informato che il candidato fosse il fratello del ministro. Il suo braccio destro in Poste, Claudio Picucci, ha invece dichiarato di avere riferito all’ad della parentela eccellente: «Il nome era altisonante...». L’indagine della Corte prosegue e, se sarà conclamato il danno erariale, porterà alla restituzione della somma percepita da Alessandro Alfano durante il suo incarico.
Un caso che si riapre, quello del meno famoso degli Alfano, al centro di inchieste giudiziarie – tutte archiviate – per gli esami truccati all’università di Palermo e per le anomalie sul concorso da segretario generale alla Camera di commercio di Trapani. Ieri Alessandro, nel frattempo tornato a Palermo con un ruolo da dirigente in Poste, è rimasto chiuso nel silenzio che ha sempre opposto ai giornalisti. Giungendo addirittura, in autunno, a diffidare Report dal trasmettere un’intervista non autorizzata, nell’ambito di un servizio che parlava di un bagno chimico da 5.600 euro fatto costruire nel suo ufficio.
Lo stesso ministro non ha rilasciato alcun commento. Nei mesi scorsi aveva parlato di «ri-uso politico di scarti di inchiesta giudiziaria». Sotto i riflettori, ancora una volta, presunte agevolazioni ricevute, in virtù dell’illustre parentela, da membri della famiglia allargata degli Alfano. Dai 358 incarichi assegnati dalla società che si occupa della riscossione delle tasse in Sicilia allo studio di Tiziana Miceli (moglie di Angelino) alla scalata che, in altre spa pubbliche, hanno fatto i cugini di Alfano, ministro da 2.500 giorni. Giuseppe Sciumé, cugino dell’ex delfino di Berlusconi, dall’azienda di trasporti siciliana è passato a Bluferries, società del gruppo Ferrovie, direttamente con il ruolo di ad. E l’altro cugino Antonio? Percorso opposto: da Italferr, controllata che si occupa della progettazione, è entrato in Rfi a Palermo, passando da ispettore a caporeparto. Qualcuno si aspettava un volo più robusto. Ma sempre di avanzamento di carriera si tratta. Con il compiacimento del ministro.