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 2017  gennaio 18 Mercoledì calendario

Tempo perso

Si gioca poco. Troppo poco. La serie A, sui canonici 90’ di gioco più recupero (cinque minuti e mezzo a partita, in media), nel girone d’andata (187 partite, aspettando i recuperi), soltanto quattro volte ha offerto agli spettatori più di un’ora di gioco effettivo e ben 24 volte ne ha offerto meno di 45’. Cioè, il pallone è rimasto fermo o fuori campo per oltre un tempo. Questo, secondo i dati forniti dalla Lega calcio che, pure, avvisa di come sia andata meglio rispetto a un anno prima quando, all’andata, 42 partite non raccolsero un tempo effettivo pari ad almeno 45’.
Tra discussioni con gli arbitri, falli tattici che spezzano il ritmo, infortuni che si protraggono, sostituzioni e trucchetti per perdere tempo, insomma, oltre metà partita spesso se ne va senza gioco, senza spettacolo, senza il prodotto per cui il pubblico paga il biglietto. E se la Fiorentina appare squadra virtuosa (sue sono tutte e quattro le partite «magiche» con oltre un’ora di gioco: contro Juventus, Roma, Atalanta e Napoli), sono più tristi le situazioni di Milan e Cagliari, con ben cinque incontri ciascuno sotto ai 45’. Per i rossoneri, tra l’altro, tutti in casa, con buona pace di abbonati e paganti. La media di questo campionato è di poco più di 50’ a incontro, alla fine della scorsa stagione si era scesi a 49 e spiccioli.
In termini assoluti, la squadra di Paulo Sousa è rimasta in campo 985’ nel girone d’andata, ed è terza nella classifica delle squadre più impegnate pur dovendo recuperare la partita con il Pescara. Per ora il Napoli è primo con 1.006’, il già citato Milan – che ha a sua volta ancora da giocare la partita con il Bologna – ha giocato 874’, cioè quasi 111 minuti in meno dei gigliati. Più di un incontro.
I viola dominarono anche la classifica 2015-16, segno di una certa costanza nel produrre gioco: 1.982’, 32 in più rispetto ai campioni d’Italia della Juventus, 108 meglio della Roma, 141 meglio dell’Inter, addirittura 281’ (tre partite e spiccioli) più del Frosinone, demolitore di gioco con 21 incontri durati meno di 45’.
Nella scorsa stagione si è registrato anche un 30’50’’ in Bologna-Roma, disputata nell’acquitrino del Dall’Ara, in una partita che l’allenatore giallorosso Garcia definì una «parodia», cui l’arbitro Rocchi probabilmente non avrebbe mai dovuto dare il via. Ecco, quanto incidono i direttori di gara? Tra chi ha diretto più di cinque partite finora, Marco Guida e Paolo Valeri sono in testa alla classifica del gioco effettivo con, in media, 53,4 e 52,4 minuti. In coda ci sono Luca Pairetto (42,5), Luca Banti 43,1 e Domenico Celi (43,2).
E all’estero quanto si gioca? Nelle principali Leghe non ci si preoccupa molto del tempo effettivo. Opta, fornitore ufficiale delle statistiche per la Premier League, avvisa che in Inghilterra, in Francia e in Germania si gioca circa 56’, e in Liga 54’, dati in linea con i campionati precedenti (e rivede al rialzo, su parametri simili, anche la serie A, a differenza della Lega calcio che ha altre analisi).
L’Uefa, per quanto riguarda i gironi di Champions League, fornisce un dato medio superiore all’ora di gioco (62’39’’), ma basa il suo dato interamente sul possesso palla e non sulla sottrazione di tutte le perdite di tempo.