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 2017  gennaio 18 Mercoledì calendario

Tajani, un abile tessitore di relazioni e alleanze

Antonio Tajani non ha mai fatto del protagonismo il suo tratto distintivo. Al contrario, il neopresidente del Parlamento europeo è un diplomatico per vocazione, che ha costruito la sua carriera politica senza colpi ad effetto ma attraverso consolidate relazioni. Prima fra tutte quella con Silvio Berlusconi. La sua carriera politica coincide infatti con quella del Cavaliere. Tajani fa parte di quella pattuglia di fedelissimi che all’inizio del 1994, quando aveva solo 40 anni, è testimone della discesa in campo di Berlusconi di cui sarà anche il portavoce a Palazzo Chigi.
Fino ad allora aveva lavorato come giornalista, prima al Gr1 e poi a Il Giornale guidato da Indro Montanelli. La politica però era da sempre la sua passione (in gioventù aveva fatto parte del movimento monarchico) ma è con Forza Italia che diventa anche la sua principale occupazione. Contemporanemente al suo ruolo di portavoce del presidente del Consiglio e di coordinatore del partito nel Lazio, viene eletto nel ’94 per la prima volta al Parlamento europeo. È a lui che il Cavaliere affida il compito di preparare la strada per l’apporto di Fi nel Ppe, di cui nel 2002 diventerà vicepresidente. Del resto i tentativi di rientrare in Italia non sono mai andati a buon fine. Nel 1996 prova a entrare alla Camera ma non ci riesce. Un ultimo tentativo lo fa nel 2001, quando si candida a sindaco di Roma ma viene sconfitto da Walter Veltroni. Tajani però non si perde d’animo. 
Siamo negli anni d’oro del berlusconismo di cui Tajani in Europa ne è l’interprete. Dopo essere stato rieletto più volte, nel 2008 si trasferisce da Strasburgo a Bruxelles dove diventa commissario ai Trasporti e vicepresidente della prima Commissione guidata da Manuel Barroso. Un anno dopo, nel gabinetto Barroso II, passa all’Industria. Di questi anni è la battaglia, vinta, contro la chiusura della fabbrica della Tenneco a Gijon, in Spagna, che gli valse il nome di una strada della città asturiana e che ieri il neopresidente ha voluto ricordare nel suo intervento all’assemblea plenaria.
Nonostante la crisi de berlusconismo e le tensioni sempre più forti tra il Cavalere e i suoi partner europei – a partire da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy – che sono anche i leader dei prncipali gruppi del Ppe, Tajani continua a tessere la tela con gli alleati a Bruxelles e Strasburgo per evitare lo strappo. Un atteggiamento che in Italia non viene particolarmente apprezzato dall’ala più oltranzista di Forza Italia e soprattutto dalla Lega di Matteo Salvini che invece puntava e punta alla rottura tra Berlusconi e il Ppe. Ma la vittoria di ieri a Strasburgo sancisce che l’alleanza tra Berlusconi e gli alleati del Ppe è sempre più solida e Tajani ne è l’interprete più autorevole.