La Stampa, 17 gennaio 2017
La saga di Renzi e dei Renzi boys: una soap opera
Adesso sono tutti curiosi di sapere come sarà la terza puntata di Maledetto toscano il libro a puntate (pp. 200, € 4,25 a uscita), che riecheggia il titolo del più famoso pamphlet di Curzio Malaparte, che Aliberti compagnia editoriale ha dato alle stampe. Toscano di provincia l’autore, Massimiliano Lenzi, giornalista cartaceo e televisivo, originario di Ponte Buggianese, toscani di provincia i protagonisti, a cominciare da Matteo Renzi, nato a Rignano sull’Arno e residente a Pontassieve, e dalle due figure-chiave del cosiddetto Giglio magico, il giro stretto, anche se non sempre concorde, dell’ex presidente del Consiglio: Luca Lotti, oggi ministro dello Sport, di Sanminiatello, e Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio del governo Gentiloni, di Laterina.
È da questi luoghi dello Strapaese, dai piccoli borghi toscani dove i nostri hanno trascorso l’infanzia, tra campagna, vigne, zingarate e gusto della battuta, che il libro prende le mosse, perché, come scrive Mario Giordano nella prefazione, «lì, in quel pezzo di terra in cui si mescolano la commedia di Pozzetto e la tragedia della Wehrmacht, ci sono iscritti i geni che hanno portato Renzi a essere così forte».
Partita per descrivere la presa del Palazzo e del Paese da parte di un gruppo di ragazzi che facevano gli scout, la saga di Renzi e dei Renzi-boys dovrà adesso affrontare il passaggio più difficile e imprevisto della storia: la durissima sconfitta nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, la caduta del governo, la temporanea uscita dal centro del potere del leader, in vista di un rientro in campo dai tempi e dagli esiti tuttora incerti.
Ma di tutto ciò l’altro «maledetto toscano», Lenzi, non si preoccupa: «Ho scelto il racconto a puntate perché tutti i libri che avevo letto su Renzi mi sembravano già vecchi prima di finirli. E ho capito che la vicenda di questo giovane leader, con il carattere di un predestinato, va raccontata come una soap opera». Senza sapere se alla fine somiglierà più a Beautiful o a Non ci resta che piangere.