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 2017  gennaio 17 Martedì calendario

Il miracolo di Milano: grazie agli under 40 aumentano gli abitanti

MILANO È la nuova Milano, che è tornata a crescere. Una Milano sempre più grande. E un po’ più giovane. Perché dopo gli anni della bolla immobiliare e della fuga delle famiglie verso l’hinterland, la tendenza si è invertita e i residenti del capoluogo sono tornati a salire. Un segnale in sé nel gelo demografico di un Paese, l’Italia, che secondo l’Istat nel 2015 ha registrato per la prima volta in 90 anni una diminuzione consistente di popolazione. E un’inversione di tendenza anche rispetto ad altre grandi città che perdono abitanti o al massimo resistono all’emorragia.
La scalata di Milano è (ri)cominciata durante la stagione dei riflettori internazionali accesi su Expo ed è proseguita nel 2016. Un doppio segno positivo consecutivo che, ha certificato l’anagrafe del Comune, ha fatto salire il numero dei residenti fino a un milione e 368mila: il dato più alto nell’ultimo decennio. Ma soprattutto una rimonta guidata dagli under 40. Perché è per loro, raccontano esperti e analisi, che il capoluogo è tornato a essere attrattivo. Il motore si è riacceso, dopo il picco più basso registrato nel 2007. In dieci anni sono stati recuperati oltre 65mila abitanti. Quasi 18mila nuove iscrizioni nell’ultimo biennio. Il motivo: anche nella crisi, la città avrebbe offerto maggiori opportunità di lavoro. E la calamita dovrebbe funzionare anche in futuro. Il Cresme (il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia) ha appena presentato una ricerca fatta per Assimpredil Ance, l’associazione dei costruttori locali. È lì che viene disegnata la parabola dei prossimi vent’anni. Seguendo l’ipotesi più ottimista, la popolazione salirebbe del 30 per cento da qui al 2035, fino a superare quota 1,7 milioni.
Per i demografi, vista la stasi (quasi) generale, non è poco. Torino, per dire, racconta una storia inversa. Dal 2005, la città non era mai scesa sotto i 900mila abitanti (il punto più alto nel 2012: 911.823): è successo invece tra il 2013 e il 2014 e da allora la curva continua a puntare verso il basso fino agli 888mila residenti di oggi. Un diminuzione l’ha avvertita anche Palermo, dove nell’ultimo anno la popolazione è calata da 674.435 a 669.329 persone. La stessa tendenza di Genova che perde 5.852 cittadini (da 592.507 a 586.655), Bari, Firenze, passata da 378.174 a 377.625 residenti. Anche chi conquista segni positivi, poi, lo fa con incrementi lievi. Accade a Bologna, che cresce di 1.640 nuovi iscritti all’anagrafe. E nella Capitale, che conquista 3.738 nuovi romani su una base, però, molto più ampia che viaggia attorno ai 2,8 milioni di abitanti.
Quello che sta accadendo a Milano, però, sarebbe qualcosa di più. In gioco c’è una «rigenerazione della struttura demografica», come la definisce lo studio del Cresme. Con un «afflusso di giovani italiani e stranieri in cerca di impiego» e, sul fronte opposto, una «fuoriuscita di popolazione anziana» destinata a scendere dall’attuale 23,6 per cento a «un valore che non supererebbe il 16 per cento nel 2035». È così che l’età media dei milanesi scenderebbe dai 45 anni di oggi a circa 42. Un fenomeno che, per il direttore del Centro, Lorenzo Bellicini, è già iniziato: «Milano è una delle poche città italiane che offre futuro ai giovani italiani e stranieri. Verrebbe da dire che prima di andare all’estero si passa da qui».
Lo stesso studio disegna un’area metropolitana che nel 2015 ha attirato 16.240 residenti in più da 0 a 49 anni, con una «forte concentrazione», l’88 per cento, tra i 15 e i 39. Giovani che scelgono Milano, ha sostenuto il sindaco Beppe Sala, «perché funziona, perché fa uno sforzo continuo per vivere nella contemporaneità e per l’innovazione». Una città che dovrà pensare sempre più a politiche per gli under 40. Dal reddito di maternità che partirà in queste settimane al rapporto con le università e la ricerca. Fino alle case. «Anche nei prossimi piani di sviluppo dovremo puntare sempre più su quelle in affitto e meno su quelle di proprietà», dice l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran.