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 2017  gennaio 17 Martedì calendario

La decisione presa per crescere e mantenere la pace in famiglia

MILANO La Francia è un Paese che Del Vecchio conosce bene. Oltre ad aver scelto la casa in Costa Azzurra come una delle sue residenze fisse, il patron di Luxottica ha già consegnato ai francesi di Foncière des Régions il controllo della sua Beni Stabili. La società immobiliare rilevata anni fa insieme ai Benetton, nel 2007 fu ceduta allo straniero per farne un colosso europeo, operazione che inizialmente era riuscita a metà – perché Del Vecchio avevalasciato il comando a Charles Ruggieri e alla sua Batipart – e che ha avuto sorti migliori solo quando il Cavaliere è tornato a vigilare.
Pare che Del Vecchio abbia imparato la lezione e a 82 anni forte del controllo di fatto dell’azionariato e di quello di diritto sulla governance, il Cavaliere sia pronto all’ultima battaglia: quella per difendere il processo di fusione tra Luxottica e Essilor tenendo a bada l’avanzata dei francesi di Hubert Sagnières. Del resto chi conosce bene Del Vecchio racconta che Sagnières lo corteggia da anni, perché il colosso di Agordo è un’eccellenza che i francesi non hanno mai saputo replicare. Due anni fa Essilor aveva provato a comprare un’azienda americana di montature, ma con risultati poco significativi che devono aver convinto Sagnières a tornare alla carica su Agordo. Luxottica è più grande di Essilor e negli ultimi anni ha registrato migliori tassi di crescita aumentando le distanze coi francesi. Quello che però avrebbe convinto Del Vecchio che i tempi erano maturi, è stata l’urgenza di garantire all’azienda un futuro dopo di lui e a prescindere dalla sua famiglia, che consta di una moglie, Nicoletta Zampillo, e sei figli avuti da tre compagne diverse.
La Delfin, che raggruppa gli interessi dei Del Vecchio sarà infatti azionista di peso di un colosso in grado di generare ingenti flussi di cassa- e quindi dividendi- capaci di garantire la pace familiare e tutelare l’azienda da ingerenze ostili di fratelli e nipoti per le generazioni a venire. Se infatti Luxottica avrebbe potuto crescere ancora con le sue gambe, insieme a Essilor farà un balzo in avanti raddoppiando di colpo le sue dimensioni e proiettandosi in un universo dove sono i clienti, dalla bottega alla grandi catene di occhiali, a dover cercare Luxottica e non viceversa. In un mondo frammentato come l’occhialeria – che ha un fatturato parcellizzato stimato in 100 miliardi- nasce un gruppo che governa sul 15% della torta spaziando dai negozi alle montature, dai marchi propri alle lenti. Quanto basta per dettare le regole, anche dei prezzi, e a prescindere dalle rivoluzioni tecnologiche (Internet ed e-commerce in primis). Insomma Essilor Luxottica avranno la forza di assicurare al mercato un’adeguata concorrenza dettando le regole, e agli azionisti un più che adeguato ritorno. Con una mossa Del Vecchio mette in sicurezza l’azienda e la famiglia, con buona pace del passaporto di Luxottica che per mere ragioni tecniche legate ai termini dell’operazione diventerà francese. Speriamo che anche questa volta il Cavaliere abbia visto più lungo degli altri, perché in azienda ma anche sul mercato, la paura che dopo di lui anche tutto il gruppo diventi una colonia resta grande.