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 2017  gennaio 13 Venerdì calendario

«Caterpillar», vent’anni (in radio) e non sentirli

MILANO «Ti distrai un attimo, fai due figli e ti ritrovi dopo vent’anni a condurre lo stesso programma alla radio. Incredibile». Massimo Cirri, 59 anni, ex psicologo di una Asl di Milano – «oggi vado solo un paio di volte a settimana alla Cgil per dare una mano a lavoratori un po’ pazzerelli» – sembra non credere che si sia arrivati a tutto questo. Affrontare una giornata speciale, come quella di venerdì 13 gennaio, anniversario dei vent’anni di Caterpillar, uno dei “monumenti” nazionali riconosciuti nel panorama radiofonico di Radio Rai, proprio non se l’aspettava. Ma ora sa di dover essere pronto per festeggiare e così ha pensato, assieme a tutto il suo gruppo di lavoro, di proporre una puntata speciale dal vivo, rimettendo l’orologio alle 6 del pomeriggio di quel lunedì 13 gennaio 1997 e far finta di niente. «Parleremo ad esempio dei problemi di sesso che coinvolsero Bill Clinton, di Cristopher Lambert in crisi con Alba Parietti, accenderemo discussioni, che si spera siano animate, sulla Bicamerale. Insomma, cercheremo di imbastire conversazioni sensate con la gente che ci chiamerà».
Alla conduzione del programma, oltre al Massimo Cirri, c’è Sara Zambotti, Paolo Labati e Marta Zoboli. Si va in onda dal lunedì al venerdì, alle 18.30, mentre l’altro “braccio” del programma è gestito da Sergio Ferrentino, con Caterpillar AM, in onda alle 6 del mattino.
Il successo di Caterpillar – che in 20 anni ha ospitato le voci di circa 60mila ascoltatori, dall’auto, dal lavoro, dal corso di karatè dei propri figli – ha molto a che fare con la storia personale e le esperienze di chi il programma lo ha concepito. Quando nel 1997, Bruno Voglino, allora vice direttore di Radio Rai, chiese a Massimo Cirri e a Sergio Ferrentino di immaginare un prodotto d’intrattenimento pomeridiano, non fu un caso se lo chiese a loro: quei due provenivano da Radio Popolare, e questo non era secondario.
«Sì, è così – conferma Cirri – l’aver fatto parte di quella redazione è ancora come una specie di bollino rosso, che ti porti addosso. Radio Popolare è una classica radio comunitaria, che ha insegnato a molti di noi come stare al microfono, come abituarti a declinare l’intrattenimento in modi diversi, rendendoti sicuro nell’affrontare temi serissimi, usando registri alti o bassi, a seconda del bisogno, mantenendo però intatto il valore e l’efficacia dell’argomento che hai sotto mano. Questo, secondo me, vuol dire trasformare la radio, che è già di suo il mezzo più poroso che ci sia, un luogo permeabile, accessibile a tutti e veloce, dove un’idea che ti viene adesso, la realizzi dopo un minuto».
Dunque, l’intrattenimento che si basa sulle idee, sull’impegno sociale, sulla permeabilità e l’accessibilità, che sono all’origine della profonda fedeltà d’ascolto, di cui si ha prova ogni anno durante gli affollatissimi Caterraduno. Ecco, il programma è stato – ed è – tutto questo. “M’illumino di meno”, tanto per fare un esempio, la campagna per il risparmio energetico, iniziata un po’ per gioco, è diventato un evento nazionale, che ha finito per coinvolgere ben due ministeri. «Con l’anno nuovo, insisteremo ancora con il risparmio energetico, nella giornata che stavolta sarà il 24 febbraio prossimo. Proporremo nuove occasioni di coinvolgimento attorno all’idea della condivisione, sempre finalizzata al risparmio energetico, ma con un motto che dovrebbe suonare più o meno così: “La condivisiun la ga la forza del leun”».