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 2017  gennaio 13 Venerdì calendario

Si allunga l’elenco dei politici spiati da Occhionero. Ci sono Latorre, Sacconi e Verdini

ROMA Era vasta la «rete» che Giulio Occhionero aveva teso per proteggersi dalle inchieste giudiziarie. Oltre al poliziotto Maurizio Mazzella, incaricato di «spiare» il pubblico ministero Eugenio Albamonte, aveva assoldato il vicebrigadiere dei carabinieri Maurizio Mencarelli, in servizio a Tarquinia. E a lui aveva affidato il compito di «monitorare» l’evoluzione delle indagini, come risulta dalle verifiche effettuate sul suo conto dagli specialisti della polizia postale che lo hanno denunciato per accesso abusivo all’archivio delle forze dell’ordine. Temeva che i magistrati potessero scoprire il suo enorme archivio segreto costruito grazie alle intrusioni informatiche effettuate con un sofisticato sistema che gli ha consentito negli ultimi due anni di spiare personalità e istituzioni. Sono gli allegati all’ordinanza di cattura dell’ingegnere nucleare e di sua sorella Francesca Maria a svelare il nuovo elenco di politici ed enti che erano finiti sotto attacco: dal leader di Ala Denis Verdini, quando era ancora nel Pdl, al senatore Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa. E poi Stefano Fassina all’epoca della militanza nel Pd e Maurizio Sacconi nel Pdl.
Alitalia e PosteNella sua ricerca di informazioni riservate Occhionero non aveva evidentemente limiti. Il 18 ottobre scorso, dieci giorni dopo la perquisizione che aveva consentito di scoprire l’attività di hackeraggio, la polizia postale invia un’informativa al pm sui «contatti presenti nei file ritenuti target o domini compromessi» che erano stati trovati nel computer di Occhionero. E scrive: «Dalla selezione presa in esame si evincono 1.936 utenti comprensivi di password, raggruppati per domini di interesse, si indicano gli enti coinvolti e il numero di account presenti e si riportano i dati relativi agli enti più rilevanti».
L’elenco comprende Alitalia e Poste italiane, Trenitalia e Agenzia delle Entrate, oltre a una lunga lista di banche che comprende Allianz Bank, Intesa, Mediolanum e Fideuram, Citibank e Fineco. Quanto basta per confermare come l’attenzione dei due fratelli fosse rivolta anche a carpire notizie riservate di alta finanza da utilizzare per operazioni speculative. Naturalmente non erano le uniche.
Il dossieraggioVista l’enorme mole di informazioni carpite dai due fratelli, gli inquirenti sono convinti che alcuni ricatti possano essere già stati compiuti. Per questo, nel corso di un incontro con l’ufficiale di collegamento statunitense che si è svolto ieri, si è deciso di concentrarsi su tutti i possibili «clienti» dei due fratelli analizzando il traffico telefonico e le chat sulla piattaforma whatsapp dei cellulari trovati nel corso delle perquisizioni svolte martedì scorso al momento degli arresti. Ma anche le disponibilità economiche di entrambi.
Il flusso dei soldi può aiutare a ricostruire i contatti avuti negli ultimi anni non soltanto dal punto di vista societario. Altro capitolo da esplorare è quello degli appalti, soprattutto per quanto riguarda le commesse ottenute negli Stati Uniti. Il fatto che tre anni fa la «Westland Securities» avesse ottenuto una consulenza dal governo statunitense per lavori da effettuare nel porto di Taranto dimostra quanto alto fosse il livello dei contatti che i due fratelli erano riusciti a ottenere. Proprio in Minnesota gli Occhionero avevano infatti aperto alcuni server dove hanno trasferito la maggior parte dei file rubati quando hanno capito di essere finiti sotto inchiesta.
«Talpe» e massoniLa scelta di affidarsi a esponenti delle forze dell’ordine per «spiare» l’indagine e il suo titolare, Occhionero l’aveva presa dopo essersi consultato con un affiliato come lui alla massoneria. Un uomo che ora rischia di finire nel registro degli indagati per favoreggiamento. L’elenco potrebbe presto allungarsi. Le prime verifiche dimostrano che la sua attività di dossieraggio aveva riguardato altri massoni ed era stato aiutato da chi, all’interno della loggia, poteva appoggiarlo nella scalata al vertice.
Al momento gli inquirenti appaiono convinti che i due fratelli fossero pedine importanti di un sistema che ha segnato numerose vicende italiane e straniere degli ultimi anni. Il giudice è esplicito nell’affermare che Occhionero è stato il «gestore» del sistema di intrusione già utilizzato dagli appartenenti alla P3 e alla P4. Per questo i segreti che custodisce adesso fanno paura a molti.