Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  gennaio 12 Giovedì calendario

«I miei figli ricchi truffatori? Si fanno pagare ancora la pizza»

ROMA «Ma quali spioni? Se fossero così bravi, i miei figli, Giulio e Francesca Maria, così abili con i computer, allora lo Stato non li dovrebbe prendere a lavorare? Potrebbero dare una mano ai nostri servizi, no? La verità, purtroppo, è solo un’altra e ben più amara: con questa storia me li hanno proprio fatti a pezzi i miei ragazzi. Tri-tu-ra-ti». La professoressa Marisa Ferrari Occhionero, sociologa di fama internazionale, ex docente della Sapienza, editor della International review of Sociology, con libri tradotti in tante lingue (quello a cui è più affezionata s’intitola «Disagio sociale e malessere generazionale») ora non fa che rispondere al telefono nel salotto di casa, a Vigna Clara, con il gatto rosso Lancillotto che le si strofina sulle gambe. «Anch’io sto malissimo, ho avuto problemi di cuore e questa cosa certo non mi giova...», dice senza perdere il suo aplomb di donna fascinosa.
La società e i pagamentiLa stanno chiamando da almeno 48 ore ex colleghi, allievi, amici, parenti, per esprimerle tutti solidarietà. Il suo, con loro, è uno sfogo lungo e doloroso: «Ho letto sui giornali che Giulio e Francesca Maria sarebbero super ricchi e condurrebbero una vita da nababbi. Ma allora perché stanno con le pezze al sedere? Sono almeno 5 anni che non li pagano. Da quando la loro società, la Westlands, sta ancora aspettando di ricevere soldi non so da chi, non di sicuro dal governo americano, credo piuttosto da Taranto, dove sapevo che dovevano partecipare a qualche lavoro per il porto».
Già, la vita da ricchi. Marisa Ferrari Occhionero sorride e alza le spalle alle obiezioni degli amici che hanno letto delle feste mondane. «Lusso? Giulio è in affitto a 800 euro al mese in periferia. Io pure sono in affitto. A mia figlia Francesca Maria ho pagato il mutuo per comprare l’abitazione. Ho dovuto vendere per 50 mila euro una casetta a Santa Marinella». E le cene di lusso e i salotti? «Francesca Maria è sposata da vent’anni con il professor Gabriele Favero, professore di chimica, conosciuto trent’anni fa sui banchi dell’università e sono io a invitarli fuori a mangiarci una pizza di tanto in tanto. Tutte balle. Hanno scritto persino di supercar. Ne vogliamo parlare? Giulio guida la mia vecchia Yaris del 2001 e così io non ho più neanche la macchina, Francesca ha una Fiat 500 e un’altra auto è stata proprio rottamata...».
Viaggi e donneI viaggi, le vacanze, le belle donne. «In vacanza negli ultimi due anni Giulio è venuto sempre con me, una volta in Grecia e l’altra in Turchia. Le feste a Porto Cervo? Sì, certo, ma quando c’erano i soldi, all’inizio quando le cose andavano bene. E la misteriosa russa di cui si favoleggia? Mio figlio è stato fidanzato fino a tre anni fa con una ragazza ucraina che poi l’ha mollato. Sarebbe questo lo sciupafemmine di cui parlano i giornali?».
Le visite in carcereSciupafemmine e pure massone, addirittura «maestro venerabile» della loggia «Paolo Ungari-Nicola Ricciotti Pensiero e Azione»... «Ma perché è un reato far parte della massoneria? Allora dovrebbero chiudere tutte le logge che ci sono. Non vedo che male c’è. Non so perché Giulio sia diventato massone, di certo non lo era suo padre, il professor Franco Occhionero, mio marito astrofisico geniale che aveva collaborato con la Nasa, morto a soli 60 anni per un tumore al cervello che lo ha portato via in poco tempo. Con Franco, per ragioni di lavoro, ci trasferimmo tanti anni fa in America. Ecco perché Francesca Maria è nata a Medford. E a pensarci bene, oggi, conveniva che non fossimo mai tornati in Italia».
E il cyber-spionaggio? «Mamma mia, è venuta qui la polizia a casa e mi ha smontato tutto, anche il mio povero computer con cui scrivo i miei libri. Ma io di tecnologia ci capisco poco, anzi quasi niente. E pure Francesca Maria è piuttosto negata, come me. Il vero genio è Giulio, lui ha ereditato da suo padre l’amore per la scienza. Ma da qui a definirlo spione! Negli ultimi tempi, per cercare lavoro, tentava mille strade, ha fatto non so quante applications. Altro che ricatti e dossier. Domani presenterò domanda per visitarli in carcere, lui a Regina Coeli e lei a Rebibbia. Che pena! L’avvocato mi ha detto che lui sta in cella con un romeno, Francesca invece non so com’è capitata. Lei è bellissima, ha degli occhi verdi da favola...». Il legale di famiglia le ha pure raccomandato di non parlare coi giornalisti, «ma il telefono continua a squillare e io ho deciso che non rispondo più».