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 2017  gennaio 11 Mercoledì calendario

Appena sono arrivati gli agenti, la signora Francesca Maria Occhionero, di anni 49, ha distrutto davanti a loro una smart card e subito dopo, non badando alle intimazioni di star ferma, s’è messa a digitare freneticamente sul computer password sbagliate in modo tale che il computer alla fine si bloccasse e non fosse più possibile accedere al suo contenuto

Appena sono arrivati gli agenti, la signora Francesca Maria Occhionero, di anni 49, ha distrutto davanti a loro una smart card e subito dopo, non badando alle intimazioni di star ferma, s’è messa a digitare freneticamente sul computer password sbagliate in modo tale che il computer alla fine si bloccasse e non fosse più possibile accedere al suo contenuto. La signora è finita in galera, assieme a suo fratello Giulio, di 45 anni. I due risultano residenti a Londra, ma dimorano a Roma. Detto nel modo più semplice: si tratta di due spie, due spie importanti, con una quantità enorme di dossier su uomini politici, finanzieri, membri della massoneria e chi sa cos’altro.

Spie a favore di chi?
Erano entrati nei computer e nei telefonini di un sacco di gente importante (compresi Renzi e Mario Draghi), rastrellavano ogni giorno un’impressionante quantità di dati e poi spedivano tutto in certi server che stavano negli Stati Uniti ed erano schermati in modo tale che fosse complicato trovarli. Ma l’Fbi ha dato una mano agli inquirenti italiani, e alla fine una prima massa di roba - una massa imponente - è saltata fuori. In apparenza i due adoperavano le informazioni per speculare sulle Borse di tutto il mondo. È molto probabile però che questi dati fossero in vendita per tutti quelli che avessero un minimo interesse ad acquistarli. In America l’agenzia che col consenso del governo spia tutto e tutti (compreso il cellulare della Merkel) era la Nsa, cioè la National Security Agency. Possibile che, con i server in America, non ne sapesse niente? Oppure, una volta scoperta la rete spionistica, gli americani hanno abbandonato in fretta i loro agenti incaricando l’Fbi di «collaborare»? Tutte cose da capire. Intanto è impossibile che i due fratelli facessero tutto da soli. Saranno sicuramente il vertice di una squadra più ampia, magari di una rete planetaria, dove agenzie come la loro agivano in ogni paese allo stesso modo.  

Come mai sono stati scoperti?
La versione ufficiale è questa: nel marzo del 2016 il signor Francesco Di Maio, un addetto alla sicurezza dell’Enav (l’ente che si occupa dell’assistenza al traffico aereo civile), ha ricevuto una mail dal professor Ernesto Staiano, un professionista con cui l’Enav non aveva e non ha alcun rapporto. Appurato che Staiano non aveva spedito nessuna mail, Di Maio ha fatto analizzare la mail dalla società Mentat Solution srl e la Mentat ha scoperto un «malware», cioè un allegato malevolo, un oggetto informatico che conteneva un software capace di penetrare il sistema informatico gestito da Di Maio, vale a dire un virus denominato EyePiramid, «Occhio della Piramide» che è anche il titolo dato all’inchiesta dagli inquirenti. L’indirizzo Ip della mail, però, usciva da un nodo della rete di anonimizzazione Tor, cioè un sistema che toglie la firma a tutto quello che gli passa in mezzo. Impossibile, quindi, risalire al mittente. Il gip Maria Paola Tomaselli scrive: «Una volta installato, il malware non solo garantisce all’attaccante il totale controllo del sistema infettato ma permette la totale sottrazione di documenti e di altre informazioni, incluse quelle riservate, prima che la vittima possa accorgersene».  

Che cosa si sa dei due fratelli?
Lui è un massone, già venerabile maestro della loggia del Grande Oriente d’Italia “Paolo Ungari - Nicola Ricciotti Pensiero e Azione” di Roma, ingegnere nucleare, laureato alla Sapienza di Roma, si autodefinisce su Linkedin «analista impegnato e professionale (...) autore di un approccio innovativo alla descrizione dei fenomeni randomici basato sulle sue personali ricerche sull’equazione di Boltzmann». Il direttore del servizio di polizia postale, Roberto Dilegami, lo descrive come uomo coltissimo e «ossessionato dalle informazioni». Vita da monaco e la raccolta dei segreti altrui vissuta come un vizio. La sorella, Francesca Maria Occhionero, che ha passato un pezzo della sua vita nei consigli d’amministrazione di varie società, si qualifica su Linkedin come managing-director e co-founder da ultimo della Westlands securities srl «una società privata nata per fornire consulenze finanziarie ad istituzioni bancarie» che «ha poi allargato il proprio business entrando nei settori del real estate e del private equity». I due sono accusati di «procacciamento di notizie concernenti la sicurezza di Stato, accesso abusivo a sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni informatiche con l’aggravante prevista dall’articolo 615 ter del Codice penale (accesso abusivo a sistema informatico/telematico)».  

Una lista dei soggetti spiati?
Enorme. 18.327 nomi, e altrettanti dossier. Oltre a Renzi e Draghi,  il comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, il banchiere Fabrizio Saccomanni (ministro nel governo Letta), il gran maestro della massoneria Stefano Bisi, il cardinale Ravasi e poi una selva di potenti o semi-potenti, Piero Fassino, Daniele Capezzone, Ignazio La Russa e Vincenzo Scotti, Alfonso Papa, Walter Ferrara, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Vincenzo Fortunato, Mario Canzio più i siti della Banca d’Italia, della Camera, del Senato, del ministero del Tesoro, del ministero degli Esteri, della Bocconi, della Cisl, della Regione Lombardia e della Regione Campania...  

Berlusconi? Grillo?
Già, nella lista che hanno battuto le agenzie, Berlusconi e Grillo non ci sono. Che non valga la pena spiarli?