Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  gennaio 08 Domenica calendario

Nel 2016 ottocentomila telespettatori in meno e più frammentazione

Diminuisce il numero complessivo di spettatori e cresce (ancora) la frammentazione fra i canali: sono questi i due segnali più forti che emergono dall’analisi dei dati di consumo dell’anno solare 2016. Per quanto riguarda il primo aspetto, dopo un periodo di grande crescita e rinnovata centralità della tv – che ha coinciso con l’aumento dell’offerta legata alla digitalizzazione – da un paio d’anni i consumi di tv si contraggono. In prima serata, nel 2016 mancano all’appello circa 800mila spettatori: se nel 2015 si era superata la soglia dei 25 milioni di spettatori medi nella fascia di punta, nel 2016 quel dato è fermo a 24.200.000 individui. Il dato si traduce anche nel tempo passato davanti al piccolo schermo, che diminuisce da 2 ore e 13 minuti (2015) a 2 ore e 6 minuti (2016), con un arretramento di 7 minuti, soprattutto nel daytime. Per quanto riguarda il secondo aspetto, gli spettatori che scelgono gli «altri canali» (quel mare magnum di reti che inizia al tasto otto e prosegue fra offerta free e pay) sono stati nel 2016 9.269.000 in prima serata, contro i 9.247.000 spettatori del 2015.
Se combinati assieme, i due dati spiegano le maggiori difficoltà incontrate quest’anno dalle principali reti generaliste, i cui rapporti di forza però non paiono mutare sensibilmente. Per quanto riguarda la fascia del prime time, registrano un segno positivo Rai1 – che durante l’estate ha potuto capitalizzare le Olimpiadi – col 18,6% di share (contro il 18,3% dello scorso anno) e La7 – molto seguita soprattutto nella seconda parte dell’anno, grazie agli appuntamenti con l’approfondimento – che ha sfiorato la quota 4% (3,94% per la precisione), contro il 3,8% del 2015. Mentre Rai2 e Rai3 crescono di poco, sembrano più in difficoltà Canale 5 (15% di share in prime time nel 2016, contro il 16% del 2015), Italia 1 e Rete4.