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 2017  gennaio 07 Sabato calendario

Tessere per razionare il cibo, il Venezuela muore di fame

Si chiama pomposamente «Carnet de la Patria» l’ultima pensata di Nicolas Maduro, il presidente più odiato della storia del Venezuela che oggi l’80% dei suoi compatrioti manderebbe volentieri a casa (questo dicono tutti i sondaggi) se solo fosse consentito loro di votare il referendum costituzionale che da oltre un anno chiede l’opposizione. 
Naturalmente non c’è nulla di patriottico nella «Patente della Patria» – questa la traduzione in italiano – descritta dal delfino di Chávez in diretta tv a reti unificate come «strumento risolutivo» per «organizzare meglio il potere popolare della gloriosa rivoluzione bolivariana!».
In realtà Maduro vuole limitare l’acquisto di cibi e beni diventati oramai introvabili sugli scaffali di PDVAL e MERCAL, i supermercati a prezzi controllati, gli unici dove l’80% della popolazione, che guadagna l’equivalente di 30 euro al mese, oggi può comprare qualcosa per campare a Caracas. 
Tecnologia a parte un codice QR a barre bidimensionale di ultimissima generazione le funzioni del «Carnet de la Patria» sono esattamente le stesse della carta annonaria di mussoliniana memoria introdotta durante l’ultima guerra e della «libreta cubana» inventata dalla dittatura castrista per «sostenere la rivoluzione»: razionare pane, latte, carne, uova e qualsiasi genere di prima, seconda o terza necessità. 
La tessera di Maduro sarà distribuita tra il 20 ed il 22 gennaio prossimi ai 15 milioni di venezuelani ovvero la metà della popolazione del paese sudamericano – che oggi morirebbero letteralmente di fame senza i miseri sussidi concessi dallo stato socialista bolivariano, un tempo il più ricco dell’America latina, oggi ridotto sul lastrico da 18 anni di assurde politiche chaviste. 
Del resto l’obiettivo dichiarato del regime – che controllando tutti i poteri dello stato e non riconoscendo il Parlamento dove l’opposizione ha la maggioranza, è de facto una dittatura mascherata – è condizionare ogni aspetto della vita dei suoi concittadini. 
E così, dopo avere nazionalizzato ed espropriato centinaia di aziende che prima producevano ed oggi sono sull’orlo del fallimento, dopo avere epurato i tecnici migliori della statale del petrolio PDVSA sostituendoli con supporter del regime privi di qualsiasi professionalità, dopo avere fissato il prezzo di ogni bene compreso quello della sua moneta che oggi non vale più nulla, dopo avere chiuso i confini con la vicina Colombia ed incarcerato centinaia di dissidenti politici, e con un’inflazione che quest’anno arriverà al 1700%, cosa di meglio se non un’ipertecnologica «Patente» per risolvere «patriotticamente» tutti i problemi?
In molti si chiedono se Maduro sia matto, incapace o corrotto visto che in 45 mesi alla presidenza ha già cambiato 90 ministri, l’economia del Venezuela è in caduta libera (-10% il PIL nel 2016), ha due nipoti da oltre un anno in carcere a New York per avere tentato di introdurre negli USA la «modica quantità» di 800 Kg di cocaina purissima, ha reso Caracas la città più violenta del pianeta e l’altroieri, ha scelto come suo vice Tareck El Aissami, accusato dalla DEA di narcotraffico, unico chavista odiato più di lui in patria. 
Dopo l’ordine di togliere dalla circolazione in 72 ore i biglietti di maggior taglio, da 100 bolivares decisione poi rinviata ma che aveva quasi causato una rivolta popolare prima di Natale, con centinaia di negozi saccheggiati e 5 morti dopo la creazione del ministero del potere popolare addetto alla Felicità del pueblo ed avere messo generali a distribuire ogni cosa consumabile a cominciare dalla carta igienica, ai venezuelani che non possono fuggire all’estero non rimane allora che l’ironia.
Ed ecco così che la «Patente della Patria» di Maduro è già stata ribattezzata a Caracas il «carnet dell’anoressia forzata», la «libreta del pane ed acqua» e – sbertucciando il più celebre slogan del Che la tessera «hasta el hambre siempre!». Della vittoria, nelle folli politiche economiche di Maduro, non c’è infatti nessuna traccia.