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 2017  gennaio 08 Domenica calendario

Carlo Cipolla e il vero sapore della storia

Carlo Cipolla è un genio. Uno di quelli che capitano raramente. Lo si capisce dai suoi libri, e dal suo bestseller: Allegro ma non troppo. Uscito nel 1988 per il Mulino. Un professore di economia e per di più di Storia economica rischia di essere un disastro letterario. Un pomposo signore che grazie ai suoi studi ci racconta il Medioevo e la forza del Rinascimento italiano. E invece Cipolla è appunto un genio. Per lo storico, passatecela, non conta la storia, ma gli uomini, gli individui che la fanno. Sono le passioni, gli umori, gli incentivi dei singoli che raccontano un periodo. In questo Cipolla potrebbe sembrare un austriaco, ben lontano da quella scuola inglese, che pure ha frequentato, in cui è la storia a forgiare gli uomini e non il contrario.
Allegro ma non troppo è stato universalmente apprezzato per il suo secondo capitolo (di due totali): quello che affronta le leggi fondamentali della stupidità umana. Che sono cinque, ma quella a cui siamo più affezionati è la seconda: «la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona». Per farla breve, il numero di stupidi è il medesimo tra i professori universitari e i bidelli. La proporzione non cambia.
Ma è il primo capitolo che vale la pena leggere per conoscere, anche se in sintesi, il lavoro di Cipolla. È un misto di umorismo e di bella scrittura che solo un professore che non si prenda così sul serio può mettere nero su bianco. D’altronde parliamo di uno studioso che si è inventato il suo middle name (la M. che compare nella sua firma) solo per riempire il fastidioso questionario precompilato che gli sottoponevano in America. Il titolo già dice tutto: «Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo». In un intreccio tra il serio e il discorsivo, ci racconta l’epoca buia, che tanto oscura in effetti non era, come una ricerca forsennata della preziosa, perché afrodisiaca, spezia. Ha modo di raccontarci la fine dell’impero romano a causa del piombo contenuto negli acquedotti, e i suoi principi e regine sono esseri umani. Non finzioni storiche. Dotati di carattere e passioni. E tutti, immancabilmente, alla ricerca del pepe. I commercianti italiani, veneziani in particolare, ne godettero assai. «L’avessero fatto gli Olandesi, i Tedeschi o gli Inglesi, sarebbero stati additati nei manuali di storia quali ammirevoli esempi di etica protestante ed encomiabili campioni di protocapitalismo. Trattandosi solo di italiani furono definiti esempi deplorevoli di avidità e di assenza di scrupoli commerciali».
Insomma, in una rapida cavalcata attraverso i secoli Carlo M. dà un sapore alla nostra storia che in pochi riescono a rendere.