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 2017  gennaio 07 Sabato calendario

Impianti a 5 stelle, fantini coperti d’oro. Il Bengodi dell’ippica si chiama Dubai. In un mese 100 corse con il montepremi più ricco del mondo: 41 milioni di dollari

Un calendario stellare nel più grande e sfarzoso ippodromo del mondo, con un montepremi complessivo inarrivabile anche per Inghilterra, Francia o Stati Uniti, le nazioni guida dell’ippica mondiale. Il Dubai Carnival, diventato in soli 20 anni il più ricco appuntamento del galoppo internazionale, è partito due giorni fa con una riunione di 7 corse che verrà riproposta ogni giovedì nelle prossime settimane fino a culminare nella fantastica Dubai Cup del 25 marzo. È la corsa più ricca del pianeta, 10 milioni di dollari di montepremi, 6 dei quali al vincitore, una cifra quest’ultima che da sola supera, tanto per intenderci, l’intera dotazione di premi al traguardo per tutte le corse di trotto e galoppo in Italia nel mese di gennaio 2017! In 11 convegni il Dubai Carnival distribuirà in totale 41 milioni di dollari, quasi 39 milioni di euro. Degno teatro dell’evento sarà l’avveniristico impianto di Meydan, costato 2 miliardi di dollari, circa 6,7 milioni di metri quadrati comprendente anche un hotel 5 stelle lusso, 10 ristoranti di altissima qualità, un parcheggio privato con 10 mila posti auto, un cinema e un museo sull’ippica, oltre a giardini e spazi per convegni e incontri. L’ha fatto costruire lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti ed Emiro del Dubai. Grande appassionato di ippica (è stato anche campione iridato di endurance), Al Maktoum ha creato in Dubai il Godolphin Racing, la più grande e qualitativa scuderia di purosangue del mondo che ha sedi distaccate anche in Inghilterra, Australia, Francia, Stati Uniti e Irlanda. Una delle sua due mogli, la principessa Haya di Giordania, è stata presidentessa della Federazione Equestre Internazionale (Fei). 
La coppia più elegante
Ma il Dubai Carnival non è «soltanto» la più grande rassegna mondiale di galoppo. Sul modello dell’inglese Royal Ascot, caro alla Regina Elisabetta, è diventato anche un appuntamento di spettacolo e di moda, tanto che il giorno della Dubai Cup ogni corsa viene preceduta da un quarto d’ora di show e alla fine vengono eletti Best Dressed Lady e Best Dressed Man, in sostanza la coppia più elegante, e scelto il «Cappello più creativo». Dunque sport, mondanità e glamour uniti in un happening che attira sugli spalti circa 65 mila persone provenienti da tutto il mondo (i biglietti costano anche 1000 dollari) proprio come i cavalli e i fantini che da fine dicembre si trasferiscono in Dubai per cercare di conquistare anche solo una delle quasi 100 corse in programma – e la più «povera» vale comunque 100 mila dollari! – o semplicemente per entrare nel giro che conta. Per esempio Kieren Fallon, 51 anni e per 6 stagioni miglior fantino della Gran Bretagna, da un paio di mesi sta lavorando nelle scuderie Godolphin in Dubai per cercare di affrancarsi da una grave crisi depressiva. Invece Gary Stevens, fantino americano vincitore nel 1998 della 3ª Dubai Cup, nel 2013 scelse proprio la grande corsa negli Emirati per il suo rientro dopo che aveva lasciato anni prima l’ippica per fare l’attore e interpretare tra l’altro un ruolo da coprotagonista nel famoso film sul purosangue americano Seabiscuit.
L’ippodromo di Medayn ha sorriso in passato anche ai nostri jockey. Frankie Dettori è andato a segno tre volte nella Dubai Cup, l’ultima nel 2006 con Electrocutionist, purosangue nato in Italia ma vincitore con la casacca azzurra del team Godolphin. Dopo Dettori l’impresa è riuscita a Mirko Demuro, in trionfo nel 2011 con il cavallo giapponese Victorie Pisa. E altri nostri fantini, sempre più apprezzati all’estero, sognano la Dubai Cup. L’altro ieri, nella prima riunione del Dubai Carnival 2017, in pista c’erano anche Antonio Fresu e Paolo Sirigu, che hanno cominciato a prendere le misure. Frankie Dettori ormai ha fatto proseliti. Anche in Dubai.