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 2017  gennaio 07 Sabato calendario

De Magistris a Saviano: «Speculi su Napoli». Lo scrittore: dico la verità

NAPOLI L’ultimo scontro va in scena sul ring virtuale di Facebook e sparge altro sale sulle ferite di Napoli. Luigi de Magistris e Roberto Saviano non si sono mai amati, però stavolta si scambiano colpi verbali senza precedenti. «Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani?», attacca il sindaco. «È un populista, per lui il problema non sono i killer che sparano, ma io che ne parlo», replica lo scrittore.
Era iniziato tutto con l’intervista a Repubblica nella quale l’autore di “Gomorra” e de “La paranza dei bambini”, commentando la sparatoria in cui era rimasta ferita anche una bimba di 10 anni, aveva criticato severamente il sindaco: «È in carica da sei anni, ma parla come se si fosse appena insediato», aveva sottolineato Saviano. E aveva aggiunto: «Chi invita a distogliere lo sguardo da questa realtà mi fa paura quasi quanto le paranze che sparano».
Ventiquattr’ore dopo, de Magistris passa al contrattacco via social. Ricorda di occuparsi di mafie e corruzione «da 25 anni, pagando prezzi altissimi», rivendica «il cambiamento della città che tutti riconoscono», poi però si rivolge allo scrittore con toni durissimi, arrivando a definirlo «un caso all’incontrario» e scrivendo: «Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza, non voglio crederci. Caro Saviano, non speculare più sulla nostra pelle. Sporcati le mani di fatica vera. Vieni qui, mischiati insieme a noi».
Amareggiato, Saviano decide di rispondere un paio d’ore più tardi. De Magistris, dice lo scrittore, «è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita. Il problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli. Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua».
La polemica fa discutere la città eternamente sospesa fra le sue cromiche emergenze e il desiderio di riscatto. Dalla parte di Saviano si schiera lo storico dell’arte e docente universitario Tomaso Montanari: «La cosa più triste della tirata di de Magistris è la sua sconcertante banalità. La voce di Saviano è la voce di chi non ha voce: se tacesse saremmo tutti meno liberi. Anche il sindaco di Napoli».