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 2017  gennaio 07 Sabato calendario

Vivere con Lloyd

Prendersi cura di se stessi con un maggiordomo immaginario. Lo sa bene Simone Tempia, scrittore e giornalista classe 1983, che si è inventato un blog (www.vitaconlloyd.com) nel quale dare spazio al suo progetto creativo extra-lavoro (quello ufficiale è nelle file di Vogue), ovvero tratteggiare in punta di penna un maggiordomo di nome Lloyd, assunto come consigliere personale in quanto funzionante meglio di un qualsiasi analista. Un personaggio immaginario che si distingue, in primo luogo, per essere un «professionista». Elemento molto importante, quest’ultimo, perché, come dice lo stesso scrittore: «Avevo veramente bisogno di un maggiordomo per sedare la mia emotività, ma non avrei mai potuto permettermi i consigli di uno vero».
Autentico al 100%, però, lo scambio tra Simone (Sir) e il suo Lloyd, diventato non solo un appuntamento fisso (il blog è aggiornato ogni giorno da contenuti e disegni) ma, con il suo adorabile humor inglese lontano da qualsiasi volgarità, ha fatto impazzire la rete in modo naturale. Interessando oltre a 60mila lettori che ogni giorno osservano la crescita personale di Simone, anche l’universo dei disegnatori (da Bozzetto a Cannucciari, fino a Zero Zero Cinque) che fanno a gara per illustrare i dialoghi tra Lloyd e Sir. Un trionfo, in pratica, che è riuscito a trasformarsi anche nel libro «Vita con Lloyd. I miei giorni insieme a un maggiordomo immaginario», (appena uscito per Rizzoli Lizard) e illustrato dal disegnatore Tuono Pettinato, già in fase di riedizione visto il riscontro ottimo verso il saggio Lloyd.
Già amatissimo dal pubblico dei lettori, infatti, complice forse anche il retaggio e la memoria del passato (vedi anni Ottanta) nel quale spopolavano su tutti i media i maggiordomi: dal servizievole Ambrogio della Ferrero al sagace Geoffrey del principe di Bel-Air della televisione. Fino alla galleria più complessa dei romanzi gialli nei quali i maggiordomi erano sempre e comunque gli assassini. «Lloyd – dice Tempia – è un po’ come l’Alfred di Batman. Un uomo saggio, ma non per questo un paternalista, che ha preso vita grazie alle parole di tutte le persone che mi hanno lasciato e insegnato qualcosa di buono nella vita. In pratica, una piccola concentrazione del meglio della razza umana. In più, essendo un maggiordomo capisce (a differenza forse dell’amico immaginario) che l’essere pagato è la parte cruciale della sua funzione. Ossia, che il padrone, anche quando non è totalmente dalla parte della ragione o è di fronte alle sue paure, ha comunque il diritto di essere compreso, sollevato e, soprattutto, scherza, ad essere chiamato sir!».
Un riflesso di un rapporto umano funzionante nel quale i lettori non faranno fatica a specchiarsi, data anche la familiarità dei dialoghi inventati da Tempia tra i quali, per esempio: «Lloyd, quante fermate mancano?». «Poche, sir. Ha preso una decisione molto diretta che porterà in breve a delle conseguenze». «E una volta lì, Lloyd?». «Secondo il programma dovrebbe trovarsi di fronte alle sue responsabilità, sir». «Tutto chiaro, Lloyd. Strano che siamo i soli in tutto il vagone...». «Non particolarmente, sir. Certi viaggi hanno un prezzo molto alto». «Dipende dalle distanze Lloyd?». «Dipende dalla classe, sir».
Una fantasia, quella dello scrittore, capace di trasformarsi, appunto, in una sorta di autoterapia in forma di dialogo, da assumere al momento del bisogno. «Il mio maggiordomo – prosegue Tempia – è un commentatore discreto dell’anima che non parla di politica o di fatti di attualità. Anche perché lo ho assunto per parlare di me e di quello che mi capita nella realtà».
Maestro di buon senso, del resto, il caro e vecchio Lloyd che si sofferma come ogni saggio sui sentimenti importanti, con i quali ognuno di noi scende a patti tutti i giorni nella vita: «Cos’è tutta quella erbaccia lì fuori?». «È rabbia, sir». «Come è possibile che sia cresciuta così in fretta?». «È infestante, sir». «Manda il giardiniere a sradicarla, Lloyd». Ma anche, come si legge nelle pagine del libro (divise con intelligenza in situazioni: dalla colazione alla buonanotte) risoluzioni che possono cambiare il corso della giornata: «La vedo grigia...». «Temo sia il solito scherzo dell’ansia che le ha imbrattato gli occhiali con del nero pessimismo, sir». «Come facciamo a ritrovare il solito sguardo sereno, Lloyd?». «Direi con lenti a contatto». «Quelle che si comprano dall’ottico?». «Direi più quelli che si ballano stretti a chi si vuole bene, sir».
«Lloyd – conclude Tempia – fornisce l’occasione di osservare le cose da una prospettiva diversa e questo, in qualche modo, riesce a toccare l’animo dei lettori. Forse, chissà, dopo il blog e il libro con i dialoghi potrei anche farlo diventare il protagonista di alcuni racconti. Per ora, mentre sono fuori a fronteggiare la vita, deve rimanere a casa a farmi un te». In modo da essere pronto per far riflettere la sera Simone e i suoi lettori: «Speriamo che il nuovo anno sia più leggero Lloyd». «Sir, se mi permette, la bontà di un anno non si misura dal suo peso». «Ah no, Lloyd?». «Vede, sir, un peso può essere una zavorra che ci schiaccia o un’ancora che ci salva nelle tempeste». «E qual è la differenza, Lloyd?». «Che solo a uno si è legati, sir». «Ti auguro un anno con un giusto peso, Lloyd». «Anche a lei, sir. Anche a lei».