Corriere della Sera, 6 gennaio 2017
In morte di Benevolo
Perchè otre alla didattica Leonardo Benevolo ha svolto un’intensa attività professionale, che (oltre alla creazione a Brescia, città dove aveva scelto di vivere, di uno studio di progettazione in cui lavorano i figli Alessandro e Luigi) lo avrebbe portato a disegnare e costruire (tra l’altro) la nuova sede della Fiera di Bologna (assieme a Tommaso Giura Longo e Carlo Melograni), il piano regolatore di Ascoli Piceno, il piano del centro storico di Bologna, il piano regolatore di Monza (1993-97). È stato inoltre membro della commissione incaricata del piano di ricostruzione dell’area completamente devastata nel 1963 dal disastro del Vajont, dovuto alla tracimazione delle acque dell’omonima diga, causa di migliaia di morti e della distruzione totale dei paesi di Longarone, Casso, Erto. Nel 1981 e fino al 1983 era stato incaricato dal Comune di Urbino di redigere una variante al Piano Regolatore, con la progettazione e la realizzazione del quartiere La Piantata.
Chiamato a Brescia da Luigi Bazoli per redigere la variante generale del Piano regolatore, ideerà e progetterà a partire dal 1973 (e anche con qualche polemica) il quartiere di San Polo, la cui realizzazione si protrarrà fino agli anni 1990 (in seguito avrebbe lavorato su altri Piani regolatori ancora in Lombardia e Piemonte). Un impegno di progettista, quella di Leonardo Benevolo, che non voleva dimenticarsi del passato e delle necessità delle città. E nemmeno dei possibili pericoli: Il tracollo della urbanistica italiana era il titolo di uno dei suoi ultimi libri libro uscito (ancora da Laterza) nel 2012.