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 2017  gennaio 06 Venerdì calendario

Legge elettorale, pronto il blitz di Renzi per votare ad aprile. Liberata la Camera, l’iter può partire tra quattro giorni

Durante le feste natalizie, senza dare nell’occhio, la “pista” di Montecitorio è stata completamente sgombrata ed ora è pronta ad accogliere un blitz sulla legge parlamentare preparato a sorpresa da Matteo Renzi. Per provare ad andare ad elezioni anticipate a fine aprile. Un’operazione complessa, non facile, ma studiata nei suoi snodi più delicati e che, se dovesse realizzarsi, cambierebbe di nuovo gli scenari della politica nazionale. 
L’operazione è partita sotto traccia qualche giorno fa. Con azione felpata, il governo aveva chiesto che il primo esame del delicatissimo decreto sulle banche fosse affidato al Senato, anzichè alla Camera. Aver indirizzato quel provvedimento verso palazzo Madama, implicitamente lasciava intendere che l’altro “decretone” approvato dal governo Gentiloni, il “Milleproroghe”, fosse indirizzato verso Montecitorio. E invece, ieri a mezzogiorno, i capigruppo hanno ricevuto comunicazione che l’esecutivo aveva deciso di avviare anche il decreto-omnibus verso il Senato.
Morale della storia: l’aula di Montecitorio è stata liberata da due decreti “pesanti” ed è pronta ad accogliere provvedimenti sui quali il Parlamento dovesse decidere un’accelerazione. A cominciare dalla nuova legge elettorale, che però sembrava in “sonno”, in attesa che il 24 gennaio la Corte Costituzionale si pronunci sulla costituzionalità dell’’Italicum. E invece ecco le due sorprese: la prima riguarda lo sgombero della “pista” di Montecitorio, la seconda è in arrivo fra quattro giorni: all’Ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali, il Pd – assieme alla Lega e forse anche ai Cinque Stelle – chiederanno di non aspettare la sentenza della Consulta per avviare da subito le rituali audizioni degli esperti e dei costituzionalisti, passaggio propedeutico per poter passare alla scrittura della legge. Con un timing, immaginato da Matteo Renzi, che prevede l’approvazione del testo della riforma nei due rami del Parlamento entro metà marzo ed elezioni anticipate entro aprile. Con due problemi non irrilevanti: il timing renziano è credibile? E soprattutto con quale maggioranza il Pd immagina di portare a casa una nuova legge elettorale? «Dal punto di vista dei tempi l’operazione è fattibile – dice Rocco Palese, capogruppo dei Conservatori e riformisti e indiscussa “autorità” sui provvedimenti parlamentari – Se i due “decretoni” complessi come Banche e “Milleproroghe” fossero stati esaminati prima dalla Camera, sarebbero restati da noi fino a metà febbraio. Ma questa inversione consentirà di iniziare l’esame della legge elettorale ai primi di febbraio. I tempi ci sono, molto più complicato il discorso sulla fattibilità». Gli alleati di Renzi per l’accelerazione – Cinque Stelle e Lega, ansiosi di andare ad elezioni – non condividono lo stesso modello elettorale e d’altra parte il “Mattarellum” è osteggiato anche dentro al Pd. Intervenendo all’ultimo “parlamentino” democratico il ministro Dario Franceschini ha fatto balenare un accordo con Forza Italia per tagliare fuori la Lega. Ma nel suo disegno di accelerazione, Renzi conta di far leva anche sull’insofferenza per un “sistema”, che ha ripreso a procedere al “ralenti”. A cominciare dalla Corte Costituzionale: pronta ad andare a sentenza già ai primi di ottobre, ha fatto slittare la decisione a fine gennaio. Un mese e mezzo dopo il risultato del referendum.