Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  gennaio 05 Giovedì calendario

Ascolti tv misurati su telefoni e tablet

ROMA La sfida da parte di Vivendi per il controllo di Mediaset, comunque finisca, è destinata a ridisegnare lo scenario televisivo italiano. Un mercato che, del resto, non aspetterà l’esito della battaglia per accelerare il processo di mutazione tecnologica e culturale in atto. Tema cruciale per chi si occupa di misurare e rilevare gli ascolti della televisione. Le cifre suggeriscono la velocità del cambiamento: nel 2007, prima dell’avvento del digitale terrestre, i canali televisivi nazionali erano 10, oggi sono 185. Ma a colpire è il numero complessivo (circa 130 milioni) di dispositivi, attraverso i quali seguire programmi e contenuti video. Gli apparecchi televisivi tradizionali sono circa 32 milioni, altri 7 milioni sono i televisori con decoder, seguono più di 3 milioni di smart tv (cioè connesse a Internet) e, infine, 73 milioni di dispositivi tra Pc, tablet e smartphone.
Un nuovo universo da analizzare per conoscere gusti, identificare tendenze e indirizzare la produzione di prodotti e servizi. Ogni Paese ha un operatore che fa questo di mestiere. In Italia c’è Auditel, che dagli anni 80 raccoglie e pubblica i dati sugli ascolti. Qui, come altrove, il cambio di scenario prefigura che l’attività di rilevazione inizi a interessare anche ai big nativi digitali come Google (proprietaria di YouTube) e Facebook, che sono anche editori di contenuti video. In ballo c’è la misurazione degli ascolti su scala internazionale con risvolti industriali, economici, pubblicitari e sociali che vanno al di là dei gusti e delle scelte dei telespettatori. La previsione di uno sbarco in forze da parte dei cosiddetti over the top ha spinto Auditel a innescare l’avvio di un nuovo corso. Il consiglio di amministrazione presieduto da Andrea Imperiali ha deliberato all’unanimità un piano quinquennale per consolidare il ruolo di fornitore di dati attendibili. In breve, Auditel punta a estendere la rilevazione dai televisori ai nuovi device (pc, tablet, smartphone) e alle smart tv. Tecnicamente sarà possibile contrassegnando con un tag (un marcatore identificatore) i contenuti nelle app utilizzate dagli editori televisivi che trasmettono via internet. Entro il 2018 la società intende trasformare il proprio modello di misurazione degli ascolti da campionario a censuario (cioè reale). Un cambio che ha risvolti legati alla tutela della privacy, tanto che il piano indica la necessità di adottare da subito il nuovo Regolamento Ue sul trattamento dei dati personali. Nel frattempo Auditel ha avviato la sperimentazione su un campione di 15.700 famiglie (il più vasto al mondo).
Il piano industriale riassume la strategia di Auditel: configurarsi come un operatore super partes in grado, d’altra parte, di allargare le fonti di ricavo, sviluppando in logica commerciale alcuni servizi di elaborazione dei cosidetti big data. Nel 2018 è prevista la quotazione in borsa, nella duplice ottica di reperire risorse per finanziare il piano e di diluire un po’ la presenza degli editori televisivi e di Upa (Utenti pubblicità associati). Allontanando così eventuali ombre di conflitti di interesse.