la Repubblica, 4 gennaio 2017
«Ora che riposo meglio sono finalmente rinato». Intervista a Lino Banfi
ROMA «Adesso che dormo meglio mi sento un altro. A 80 anni faccio cinque cose insieme». Lino Banfi è il testimonial perfetto di quanto sia importante non arrendersi all’insonnia.
Quando ha deciso di affrontare il problema?
«Troppo tardi, è una cosa relativamente recente. Del resto c’è anche una sorta di mito sul fatto che dormire quattro ore a notte è indice di creatività e genialità. Mi ha convinto mia moglie. Dormivo poco e quando lo facevo russavo, il respiro mi si bloccava. “A volte mi fai paura, sembra tu stia morendo” mi diceva lei, così ne ho parlato con il medico, che mi ha fatto fare una polisonnografia per diagnosticare le apnee notturne. Ne avevo fino a 42 all’ora».
Come ha risolto?
«Con un apparecchietto che mi aiuta a respirare meglio. C’è poca informazione a proposito e invece in Italia ci sono oltre 7 milioni di persone che hanno disturbi del sonno che potrebbero essere curati. Da quando mi sono reso conto del problema vado volentieri anche a congressi scientifici per raccontare la mia esperienza».
Secondo le statistiche il 7 per cento degli incidenti stradali ha come origine disattenzione dovuta a scarso sonno. A lei è capitato di trovarsi in pericolo?
«Eccome! Guidavo alle 11 del mattino e mi appisolavo, facevo fatica a concentrarmi, adesso mi rendo conto che anche alcune disattenzioni come lasciare la caffettiera sul fuoco derivavano dalla stanchezza. Non smetterò mai di dirlo, curatevi, non dormire fa male a voi prima che all’economia».