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 2017  gennaio 03 Martedì calendario

Calano le tasse per i tedeschi

Che cosa mi porta il 2017 come cittadino europeo in Germania? Un po’ meno tasse, una piccola diminuzione ma reale. Non si gioca con le cifre, tra sconti e aumenti che alla fine portano a un’ulteriore stangata. Aumenta il Grundfreibetrag, parola minacciosa per chi non sa il tedesco, cioè la quota base esente: per i single cresce di 168 euro a quota 8.820 euro, per una coppia sposata dunque siamo a 17.644 euro, e salirà ancora nel 2018, rispettivamente a 9.022 euro, a 18.044 per lui e lei.
Equivale al minimo vitale, il reddito di cittadinanza che si vorrebbe introdurre da noi, e viene garantito anche ai milionari. Non si può tassare quel che è indispensabile alla sopravvivenza, qualunque sia il reddito.
Sale il Kindergeld, da non confondere con i nostri assegni di famiglia. Per ogni bambino, si deducono dalle tasse 7.358 euro, 110 in più rispetto all’anno appena trascorso, e nel 2018 si aggiungeranno altri 100 euro. È il minimo indispensabile per un bambino sotto i 14 anni, però vi hanno diritto solo i genitori con basso reddito. Sembra poco, ma per le casse dello stato il minore incasso sarà di diverse centinaia di milioni. Il ministro delle finanze Wolfgang Schaüble, si critica, poteva essere più generoso soprattutto in un anno elettorale (si vota a settembre). Il suo bilancio, per il secondo anno consecutivo, è in pareggio, e ci si attendeva uno sconto maggiore. Schaüble rimane prudente.
Cambia in peggio solo per i nuovi pensionati: la parte esente dalle tasse cala del 2%, dal 28 al 26. Ma era previsto, lo sconto diminuisce del 2 ogni anno, e nel 2030 non ci saranno più agevolazioni, tutti alla pari come da noi. In passato si pagava solo sul 25% della pensione. Però, in Germania il patto tra stato e cittadino è sacro, e secondo me è alla base del successo tedesco. Chi era andato in pensione con il 50% di sconto, lo conserva per sempre. La legge cambia sempre a partire da domani. Aumenta anche la paga minima. Dopo lunghe discussioni (i cristianodemocratici erano contrari), la Große Koalition nel 2013 l’aveva posta a 8 euro e 50 all’ora. Dal 1° gennaio si sale a 8 euro e 84 cent. Si temeva che avrebbe portato alla perdita di milioni di posti di lavoro, e invece non è avvenuto, anche se in molte piccole aziende si ricorre probabilmente a trucchi per eluderla d’accordo o meno con il dipendente.
Cambiano alcune regole del traffico, e una piccola modifica è rivoluzionaria soprattutto per chi guida a Berlino: ai semafori i ciclisti dovranno comportarsi come auto e non come pedoni. Sembra una cosa da poco e invece è fondamentale. I ciclisti si comportano di solito ragionevolmente a Amsterdam o a Münster, cittadina tra le più accoglienti della Germania, dove tutti vanno in bicicletta. Nella capitale, i Radfahrer, non tutti ma sempre troppi, si comportano come se fossero impegnati in una lotta di classe, per punire i capitalisti al volante (anche se siedono su una bici da 5mila euro), sicuri di avere sempre e comunque ragione. Al semaforo verde se si vuol girare a destra bisogna lasciar passare i pedoni finché arriva il rosso per alcuni secondi solo per loro. Riguarda le auto, ma fino al 31 dicembre passavano anche i ciclisti giungendo veloci dal marciapiede, benché dovessero prevedere di non essere sempre visibili a causa degli alberi. Da Capodanno dovranno fermarsi. E, se sono equiparati a auto, dovrebbero evitare anche di superare a destra nello stretto passaggio tra le auto ferme al semaforo e le vetture in sosta. Vedremo.
La modifica serve a salvare le loro vite: nel 2016, i ciclisti morti a Berlino per incidenti sono aumentati del 60%, da 10 a 16, quasi tutti agli incroci. Manca ancora un bilancio definitivo, ma i ciclisti che hanno perso la vita sono aumentati anche nel resto del paese: oltre 400, nel 2015 furono 396, il 12% di tutte le vittime del traffico, e 77.900 sono stati i ciclisti feriti. Dalle tasse al traffico, i legislatori tedeschi pensano alle piccole cose importanti della vita quotidiana.