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 2016  dicembre 07 Mercoledì calendario

Sviluppo e sicurezza. Nell’Europa di domani

Ho l’impressione che alcuni Paesi dell’Est Europa siano tiepidi membri della Ue e fervidi membri della Nato, e che questa distonia provochi ulteriori danni alla costruzione europea. Si può fare qualcosa? Una difesa europea è realistica? O dobbiamo sperare nei mutamenti provocati dalla vittoria di Trump? Ma parlarne non sarebbe già qualcosa?
Pietro Roselli

Caro Roselli,
Ne abbiamo già parlato in altre occasioni. Dopo la fine della Guerra fredda, la morte del comunismo e il disfacimento del sistema sovietico, gli ex satelliti dell’Urss avevano una duplice esigenza: nuove prospettive economiche e sicurezza militare. Per la prima esigenza si rivolsero alla Unione Europea da cui hanno tratto considerevoli benefici; per la seconda hanno creduto di risolvere il problema all’ombra degli Stati Uniti e della Nato. Le due soluzioni hanno cessato di essere complementari e compatibili quando alcuni Paesi occidentali hanno puntato sullo sviluppo dei rapporti economici con la Russia, mentre alcuni Paesi dell’Europa centro-orientale, con il sostegno di una larga parte della classe dirigente americana, davano sempre più frequentemente l’impressione di considerare la Russia un potenziale nemico.
Vi è stata da allora una ambiguità che abbiamo inutilmente cercato di nascondere. Quali che siano le rispettive responsabilità nella vicenda ucraina, esiste oggi un potenziale divario tra i Paesi dell’Ue che hanno un evidente interesse a ricucire le relazioni con Mosca e quelli per cui l’obiettivo principale è di mantenere la Russia sul banco degli imputati. Fra i primi vi sono, con diverse sfumature, il Belgio, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Italia e la Spagna; fra i secondi, con altrettante sfumature, i Baltici, la Romania e il gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia).
L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha complicato il quadro, ma ha anche aperto nuove prospettive. I Paesi che hanno affidato alla Nato la loro sicurezza si chiedono se le minacce del nuovo presidente («Pagate per la vostra sicurezza») verranno mantenute e se Trump voglia davvero avere migliori rapporti con la Russia di Putin. In attesa di maggiore chiarezza, sembra comunque prevedibile che il ruolo politico e militare degli Stati Uniti in Europa, dopo la elezione di Trump, sia destinato a cambiare. Una ragione di più perché l’Europa affronti concretamente il tema della sua difesa comune.